sabato 28 settembre 2013
​L'arcivescovo della città a proposito dei roghi: «La storia ci dovrebbe insegnare che il popolo napoletano non si è mai accontentato né arreso alla sopraffazione». Il cardinale ha accolto il capo dello Stato.
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Le Quattro giornate sono servite ai napoletani per liberarsi da un "situazione di sopraffazione e ingiustizia", e poichè "la storia ci dovrebbe insegnare che il popolo napoletano non si è mai accontentato né arreso a queste forme di sopraffazione", "oggi deve assolutamente riscattarsi" da situazioni quali quella nella cosiddetta Terra dei fuochi. A dirlo è l'arcivescovo della città, il cardinale Crescenzio Sepe, a margine delle celebrazioni dell'anniversario, al Maschio Angioino, cui ha preso parte il presidente Giorgio Napolitano.Il presule indica don Maurizio Patriciello, "uno di quelli che è in prima linea rispetto a queste situazioni camorristiche che inficiano la vita delle persone". In quel territorio occorre "una scossa". Chi "attenta alla vita degli altri non solo danneggia la società ma commette peccato contro Dio. Non possono fare la comunione se non si convertono e riparano al danno commesso".
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