domenica 27 marzo 2016
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«I figli di genitori separati hanno il diritto di continuare a frequentare mamma e papà. In modo paritario ed equilibrato». Gli Stati con una legislazione che ostacola questo diritto, devono al più presto adeguare le loro norme in nome del superiore interesse dei minori. La mozione approvata il 2 ottobre 2015 dal Consiglio d’Europa segna una svolta significativa. Sono passati 'solo' cinque mesi e naturalmente in Italia non è stata spostata una virgola. La legge rimane quella del 2006, con tutte le lacune che documentiamo anche in questa pagina. Eppure le indicazioni dell’Europa sono chiare. La deputata lussemburghese Francoise Hetto-Gaasch (Cristianosociali), promotrice dell’iniziativa, ha messo in luce tre punti cardine della mozione: in tutta l’area del Consiglio d’Europa esistono «diffuse e gravi forme di discriminazione nei confronti della genitorialità paterna». In secondo luogo «le prassi giudiziarie per i minori sono molto diverse, e spesso in modo ingiustificato, da Stato a Stato». Ultimo e più importante punto: «I Paesi, più arretrati, tra cui l’Italia, devono adeguare la loro legislazione a quella degli Stati più progrediti in tal senso, come Danimarca e Svezia, dove solo il 12-13% dei ragazzi perde contatto con uno dei due genitori dopo il divorzio». In Italia questa percentuale sfiora invece il 40%. E in 9 casi su 10 il genitore emarginato è il padre.
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