lunedì 5 novembre 2018
Palazzo Madama avvia la discussione del decreto legge. Il provvedimento scade il 3 dicembre. Conte: sulla fiducia decidiamo presto. «Rischioso aumentare l'irregolarità, si rafforzi l'integrazione»
Dl Sicurezza, si va verso la fiducia. Migranti, appello delle associazioni
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È in corso nell'aula del Senato la discussione generale del decreto legge Sicurezza e immigrazione. Secondo fonti della maggioranza il governo è intenzionato a porre la questione di fiducia sul provvedimento, che scade il 3 dicembre. Con l'intervento illustrativo del relatore, Stefano Borghesi (Lega), l'aula di Palazzo Madama ha iniziato l'esame del decreto sicurezza, già licenziato la settimana scorsa dalla Commissione Affari costituzionali del Senato.

Tra i nodi da superare la contrarietà di almeno quattro "dissidenti" 5 stelle che hanno annunciato il loro No al decreto, caro alla Lega e voluto dal ministro dell'Interno, e vicepremier, Matteo Salvini.

Salvini, che si trova in viaggio in Ghana, ha fatto sapere che domani dovrebbe essere in aula per il probabile via libera definitivo.

Il decreto inasprisce le misure contro l'immigrazione irregolare riducendo il numero delle persone che ottengono asilo e raddoppiando il tempo in cui i migranti possono essere trattenuti prima di essere espulsi.

Sulla fiducia è intervenuto il premier Conti. "Porre la fiducia non è mai una decisione da prendere a cuor leggero. Vengono valutate tutte le circostanze e quindi stiamo valutando questa soluzione, ci riserviamo fino all'ultimo, domani scioglieremo la riserva". Si tratta di un modo, ha aggiunto il premier "per richiamare alla responsabilità tutte le forze di maggioranza. Non è nulla di drammatico ma è un passaggio molto serio"

IL DECRETO SICUREZZA SPIEGATO IN 10 PUNTI

EDITORIALE La tutela che mancherà. Dl asilo: dubbi su legalità ed efficacia di Maurizio Ambrosini (25/9/2018)

E oggi sul dl sicurezza è arrivato l'appello delle associazioni ai parlamentari “perché si adoperino, in queste ultime e brevi ore di dibattito parlamentare, a migliorare le norme sottoposte al loro scrutinio. Per il bene del Paese e la sicurezza di tutti non conviene aumentare l’irregolarità ma rafforzare i percorsi di integrazione”. Comunità di Sant’Egidio, Acli, Centro Astalli, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana, Fcei (Federazione delle Chiese evangeliche in Italia), Tavola Valdese, Casa della Carità di Milano, Fondazione Migrantes, Ascs (Agenzia scalabriniana per la cooperazione allo sviluppo) guardano “con grande preoccupazione allo smarrimento del senso di equilibrio e di moderazione nelle politiche sull’immigrazione, sostituito dal compiacimento per gesti e segnali di durezza che tuttavia, producendo sofferenza, non risolvono i problemi ma li acuiscono”.

Tra i tanti punti critici (tra cui l’aumento delle pene detentive e le procedure per l’acquisto della cittadinanza) presi in esame dalle associazioni c’è il previsto passaggio dal permesso di soggiorno per motivi umanitari ad un ristretto numero di permessi di soggiorno per “casi speciali”.

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