giovedì 9 giugno 2016
Con 169 voti favorevoli e 70 contrari, passa la fiducia al governo sul decreto che riduce i tempi di recupero dei crediti e indennizza i risparmiatori colpiti dal salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti.
Banche, governo incassa la fiducia al Senato
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Con 169 voti favorevoli e 70 contrari, il Senato ha votato la fiducia al governo sul decreto che riduce i tempi di recupero dei crediti e indennizza i risparmiatori colpiti dal salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti.

Ora il provvedimento passa alla Camera per la seconda e probabilmente ultima lettura. Il decreto estende alle imprese la disciplina del patto marciano: nel contratto di finanziamento le parti possono prevedere che, in caso di inadempienza, la banca possa acquisire il bene dato a garanzia del credito senza passare per le aste giudiziarie.

Viene poi introdotto in Italia il pegno non possessorio, in base al quale la garanzia sul credito può essere estesa ad altri beni rispetto a quelli originariamente individuati. Il debitore può continuare ad utilizzare i beni in pegno, che devono essere iscritti in un apposito registro informatizzato.

La seconda parte del decreto regola gli indennizzi (fino all'80% di quanto investito) ad oltre metà dei circa 10.000 risparmiatori colpiti dalla procedura di risoluzione dello scorso anno, che ha portato all'azzeramento di obbligazioni strutturate per 768 milioni. Perché vi siano i rimborsi occorre che sussista una di queste due condizioni: reddito inferiore a 35.000 euro o un patrimonio mobiliare inferiore a 100.000 euro.

Il Senato ha ampliato nel complesso la platea dei beneficiari sancendo che il reddito da prendere in considerazione non è il lordo ma quello complessivo, nel quale rientrano tutti i redditi, come ad esempio i redditi finanziari o il Trattamento di fine rapporto. Prima erano esclusi coloro che percepivano redditi non soggetti a Irpef. Un altro emendamento assume come anno di riferimento il reddito 2014 anziché 2015. La domanda di indennizzo va presentata entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, ed esclude il ricorso alla procedura arbitrale.

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