giovedì 8 aprile 2010
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Detto, fatto. Silvio Berlusconi riprende in mano la cabina di regia delle riforme. Roberto Calderoli, nel pomeriggio, si era portato al Quirinale a spiegare l’evoluzione del federalismo e delle riforme. «Solo una prima bozza», la definisce il presidente del Consiglio. Che si dice anche «pronto a incontrare i leader dell’opposizione». Lo fa al termine dell’ufficio di presidenza del Pdl, nel quale, a dire il vero, non aveva nascosto la poca fiducia nella riuscita dell’operazione. Un occhio di riguardo, però, lo riserva all’Udc: «Siamo aperti al loro ritorno fra i moderati», dice Berlusconi ai giornalisti. Quanto ai modelli definisce il semipresidenzialismo «il più opportuno», ma specifica che la versione proposta eviterebbe il «problema francese» (cioè la "coabitazione"), perché «il voto sarebbe contestuale per Parlamento e presidente della Repubblica». Comunque il premier lascia aperto il dibattito, a partire dalla maggioranza. Infine, la legge elettorale «va bene questa che c’è».«Ora – Calderoli aveva riferito nel colloquio, a Napolitano – tutto il processo dovrà essere inserito nel piano riformatorio che stiamo predisponendo come maggioranza». Il capo dello Stato si era a questo punto limitato a confermare la sua antica, ma rinnovata, preoccupazione che si proceda con metodo condiviso, senza però entrare nel merito delle "linee guida" che Calderoli, per atto di cortesia, gli aveva consegnato, e contenenti la proposta semipresidenziale. Una visita tempestiva, visto che per oggi il presidente non ci sarebbe stato, essendo a Verona. E gradita. Meno le interpretazioni che rischiavano però di scattare, sul testo consegnatogli da Calderoli. «Solo una prima bozza di lavoro; non poteva esservi è non vi è stato alcun esame dei suoi specifici contenuti», specificava una nota del Quirinale.E sull’iniziativa di Calderoli nessuna polemica del premier verso l’alleato leghista, ma Berlusconi ribadiva la sua, di linea: «Cercheremo il dialogo con l’opposizione, però prima dobbiamo mettere a punto le proposte sulle quali muoverci, sono tutte necessarie, non c’è prima una o prima l’altra». E, infatti, in mattinata, il premier aveva accelerato anche sulla giustizia, in un vertice ad Arcore con il ministro Angelino Alfano.Berlusconi sottolinea comunque che il pacchetto di riforme presentato dal ministro del Carroccio al Colle è un testo su cui c’è ancora da discutere e lavorare e che la proposta ufficiale sulle riforme istituzionali ci sarà solo dopo che i partiti della maggioranza avranno deciso quale soluzione adottare e che per il momento ci sono solo delle idee in cantiere. Un nuovo passaggio ci sarà stamattina, quando la bozza dell’intesa di Arcore sarà consegnata - e spiegata dal premier - ai quattro capigruppo parlamentari di maggioranza.Nel corso dell’ufficio di presidenza del Pdl, il premier ha anche ribadito che Giancarlo Galan diventerà ministro dell’Agricolura, sostituendo Luca Zaia. «Ma il rimpasto non è urgente», specificherà poi Berlusconi. Tra le riforme da fare, ha poi aggiunto, c’è anche quella della par condicio. Berlusconi avrebbe inoltre sottolineato la necessità di un ammodernamento del sistema fiscale oltre, naturalmente, all’esigenza di una riforma della giustizia. Che dovrà procedere insieme alle altre.
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