martedì 30 marzo 2021
Nonostante le priorità stabilite nel piano vaccinale nazionale, solo il 43% degli ultraottantenni ha ricevuto almeno una dose. Ma c’è chi, come la Lombardia, ha annunciato un cambio di passo
Sei "over 80" su 10 senza vaccinazione. Le Regioni sotto accusa

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Degli oltre 9 milioni e mezzo di italiani vaccinati fino a ieri, solo il 43% è un ultraottantenne. Sei su dieci, quindi, devono ancora ricevere la somministrazione. Eppure, in base al piano vaccinale nazionale, gli anziani, insieme ad altri soggetti fragili come i disabili, avrebbero dovuto avere la precedenza. Ma così non è stato. Intanto continuano i decessi per Covid che solo nel mese di marzo sono arrivati a 10mi-la, ovvero il 10% del totale (108.350 le vittime registrate dall’inizio della pandemia) e per la stragrande maggioranza si tratta di persone che appartengono alla terza età.

Ed è accertato (fonte Iss) che la letalità da Sars-Cov2 aumenta col crescere degli anni dei pazienti: livelli quasi inesistenti dai 50anni in giù e 0,1% di mortalità tra i 40 e i 49 (come l’influenza) mentre nella fascia 70-79 la mortalità è del 9%. Finora, in base ai dati del ministero della Salute, oltre 3 milioni di dosi sono state somministrate agli “over 80” e appena 584.267 alla fascia d’età dei 70-79enni. Ammontano a 543.102, invece, gli ospiti delle Rsa che hanno ricevuto il trattamento farmacologico anti-Covid. In Italia, rimangono ancora da immunizzare, dunque, 8 milioni di anziani (il 57% della categoria). Un quadro sconfortante se si pensa che la media europea dei vaccinati “over 80” è del 55%.

Lentezze e ritardi, anche in questo caso, sono diverse da territorio a territorio e dipendono, perlopiù, da falle nell’organizzazione del piano vaccinale regionale: sempre secondo i dati del governo, in almeno cinque regioni ben 2 anziani su 3 sono ancora senza la prima dose del vaccino. Della “lista nera” fanno parte Toscana (con il 67% di anziani in lista d’attesa, qui ieri il Codacons ha denunciato per abuso d’ufficio la Regione che avrebbe deciso di far vaccinare per primi avvocati e magistrati), Sicilia (la quota da coprire è del 63%, e ieri sono saltate un centinaio di prenotazioni per mancanza dei medici), Sardegna (61%, da mercoledì partiranno le prenotazioni per i cittadini dai 77 ai 79 anni), Calabria (61%) e Umbria (58%).

Ma i nuovi piani prevedono un’accelerazione. Tra le realtà già virtuose troviamo invece la Province autonome di Trento e Bolzano e la Basilicata. Nelle Rsa il 70% dei degenti ha ottenuto la copertura completa (prima dose e richiamo) e l’86,66% ha già ricevuto la prima iniezione, con Piemonte, Toscana, Lombardia e Calabria che hanno raggiunto il 100% dei vaccinandi. In ritardo risultano Bolzano, Sicilia, Valle d’Aosta, Puglia e Veneto che non hanno ancora raggiunto ospiti delle strutture in percentuali che vanno dal 28% al 41%. In Lombardia, dove sono in attesa della prima dose il 56% degli anziani, tra domenica e lunedì sono stati inviati 115mila sms di appuntamento ad altrettanti ultraottantenni che non hanno ancora avuto la prenotazione e inoltre sono «in via di ultimazione », fa sapere la Regione, 50mila telefonate ad altri “senior” aventi diritto.

«La campagna per gli anziani finirà l’11 aprile» ha annunciato la vicepresidente della giunta regionale lombarda, Letizia Moratti. Ma ieri diversi sindaci del Milanese hanno ricevuto lamentele di concittadini convocati per l’iniezione nella seconda settimana di aprile in località lontane dal luogo di residenza, molti si dovranno recare nell’hub della Fabbrica del Vapore di Milano pur avendo centri vaccinali sotto casa. A Brindisi, oggi e domani, sarà avviata la vaccinazione domiciliare per gli ultraottantenni con difficoltà deambulatorie e per i fragili per condizione clinica: saranno affidate a medici di base che si sono resi disponibili su base volontaria. Ma non ci sono solo le carenze organizzative.

«Al quadro desolante dei bassi numeri delle vaccinazioni tra gli aventi diritto assistiamo quotidianamente alla beffa della vaccinazione dei furbetti, sui quali i carabinieri dei Nas e i nuclei ispettivi delle regioni continuano ad aprire inchieste – afferma Roberto Messina, presidente di Senior Italia FederAnziani –, gli anziani assistono sconcertati e sfiduciati a questo spettacolo, e sono ancora troppi quelli che ancora non sanno quando e da chi saranno contattati, e magari si vedono superati nelle liste d’attesa nel migliore dei casi da parenti e conoscenti non appartenenti alle categorie più vulnerabili, nel peggiore dai furbetti del vaccino: avvocati, studenti, collaboratori di politici, lavoratori di ogni settore sembrano avere più diritto di accedere al vaccino in questo momento rispetto alle due categorie che andrebbero messe in sicurezza per prime: gli over 80 e i fragili».

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