lunedì 2 settembre 2013
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È proprio così: non può bastare la buona volontà del ministro di turno per risolvere il dramma più che ventennale della "terra dei fuochi". Ha ragione Andrea Orlando, che oggi è ministro dell’Ambiente, a sottolinearlo. Quella buona terra continua a essere avvelenata non solo dagli affari delle ecomafie e degli imprenditori (pure del Nord) che con i clan camorristi hanno fatto affari sulla pelle dei campani, ma anche da ritardi, lassismi, silenzi e collusioni di amministrazioni locali e nazionali. Bene, dunque, le iniziative promosse dal ministro. Bene le parole chiare che usa, e che impongono di passare a fatti conseguenti, non più tardi della fine dell’anno. E perciò non possono restare manifestazioni di "buona volontà" di un solo ministro.Questa "guerra giusta" ha bisogno dell’impegno collegiale di tutto il governo. Certo, nelle prossime settimane impegni e preoccupazioni non saranno pochi, ma perché non dedicare finalmente un Consiglio dei ministri a questo dramma e alle soluzioni concrete e corali per tutelare la vita di una così importante e martoriata parte del nostro popolo e del nostro territorio? Solo così si possono sgominare i malviventi che si sono insignoriti della "terra dei fuochi". Non c’è più tempo da perdere.
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