lunedì 3 ottobre 2022
A Grassano un 20enne ha ucciso un barista 35enne a coltellate perché si è visto rifiutare un'ordinazione. Il vescovo di Tricarico: stiamo perdendo certi criteri educativi
Il bar dove è avvenuto l'omicidio domenica sera

Il bar dove è avvenuto l'omicidio domenica sera - Ansa

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I soliti avventori, una domenica con le consuetudini e i ritmi di sempre. Mario Marchetta, 35 anni, nella tarda serata si appresta a chiudere il suo bar, il "Kilò", in via Meridionale, nel centro di Grassano, poco meno di 5.000 abitanti in provincia di Matera. Un momento di tensione si registra quando un ventenne del posto, Gabriele Acquafredda, 20 anni, chiede da bere. Per motivi ancora da accertare - forse il ragazzo è già in condizioni alterate per aver bevuto in precedenza oppure non è più in grado di pagare -, Marchetta si rifiuta di evadere la richiesta. Il ventenne si allontana contrariato ma la sua rabbia è destinata ad esplodere di lì a poco. Tra i due pare non corra buon sangue anche per via di questioni lavorative pregresse. Fatto sta che, intorno a mezzanotte, Acquafredda torna nel locale, affronta Marchetta, lo colpisce ripetutamente con un coltello da cucina, riducendolo in fin di vita. Poi scappa.

Qualcuno nota il fatto e chiama il 118 e i carabinieri. Quando i soccorsi arrivano, il personale sanitario cerca di stabilizzare le condizioni del 35enne ma è un’impresa disperata. Si riesce a stento a caricarlo sull’ambulanza e a chiedere l’invio dell’elicottero di "Basilicata Soccorso" per trasferire l’uomo all’ospedale San Carlo di Potenza. Ma Marchetta muore nel trasporto verso il campo sportivo della vicina Tricarico, luogo in cui era atteso l’atterraggio del velivolo. Nel frattempo il giovane assassino è sotto choc: uscendo dal locale lascia il coltello nei pressi dell’esercizio commerciale. Mentre i carabinieri del posto – assieme ai colleghi della compagnia di Tricarico e a quelli del nucleo Investigativo del reparto operativo di Matera – ascoltano diverse persone per raccogliere indizi e prove, e svolgono «attività di sopralluogo e repertamento», Acquafredda riesce a contattare un avvocato che lo fa ragionare e che lo accompagna nella caserma dei carabinieri del paese per farlo costituire. L’Arma lo arresta con l’accusa di omicidio volontario e lo conduce nel carcere di Matera. Sarà presto ascoltato dal giudice per le indagini preliminari per il giudizio di convalida dell’arresto.

Il tragico episodio sconvolge la piccola comunità del Materano. La famiglia Marchetta è molto nota nella zona, la vittima è un nipote della serva di Dio Maria Marchetta, morta nel 1966 a soli 27 anni, e per la quale la diocesi di Tricarico ha concluso il processo diocesano nel percorso verso la beatificazione. «Mario, dopo un periodo all’estero, ha deciso di rientrare nella nostra comunità avviando la sua attività per lungo tempo desiderata», scrive in un post sulla pagina Facebook dell’amministrazione comunale di Grassano, il sindaco Filippo Luberto, che proclama il lutto cittadino «il giorno del funerale». Il primo cittadino parla di «una grande tragedia» che «ha scosso la nostra comunità, sconvolgendo la vita di due famiglie. Con grande dolore, ci stringiamo alla famiglia Marchetta per la tragica scomparsa del giovane Mario». Adesso, conclude Luberto, «le frasi di circostanza potrebbero essere tante. Preferiamo, attoniti, pregare assieme alla sua famiglia, certi che la giustizia farà il suo corso, affinché riposi in pace».

In questo momento, dichiara il vescovo di Tricarico, monsignor Giovanni Intini, che esprime «solidarietà» alla famiglia della vittima ma che è «vicino» anche a quella di Gabriele Acquafredda, «prevale un senso di amarezza e smarrimento. E pure di dolore e di sconfitta, perché certi criteri educativi tradizionali e ancora riconoscibili, specie nelle nostre piccole comunità, sono spesso sopravanzati oggi dall'affermarsi di pseudovalori. Non conosco ancora i precisi dettagli di quanto accaduto – aggiunge il presule – ma è una tragedia che coinvolge figli della nostra terra e colpisce due famiglie. Dovremmo tutti fare un esame di coscienza sui fatti di Grassano».

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