venerdì 3 gennaio 2014
​L'istruzione pubblica non statale deve affrontare un inizio anno molto difficile. I bilanci, già magri, saranno messi a dura prova dalle nuove imposizioni.
Parolin ai maestri cattolici: servizio al Paese
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​Si prospetta un anno davvero difficile per le scuole paritarie. I loro conti di gestione appaiono destinati a peggiorare. «Rischiamo di vedere presto chiudere i primi istituti paritari che non riusciranno a pagare le nuove imposizioni di Tares e Imu, quest'ultima sospesa lo scorso anno ma che nel 2014 tornerà a pesare sui già difficili bilanci della scuola pubblica non statale». La denuncia arriva da Filippo Pompei, coordinatore nazionale scuola di "StudiCentro", centro di analisi e studi legato al movimento studentesco dei Giovani moderati italiani.Si tratta di una situazione che rischia di mettere in difficoltà anche moltissime famiglie italiane. Le paritarie, che fanno parte del sistema di istruzione nazionale in base alla legge 62 del 2000, accolgono uno studente su 10. Nella fascia dell'infanzia sono fondamentali per garantire un servizio che altrimenti lo Stato non sarebbe in grado di offrire.Per questo crescono le voci che chiedono al governo di equiparare queste scuole agli istituti statali anche nei trattamenti fiscali, proprio in quanto forniscono un servizio pubblico. Del resto anche le scuole paritarie dei Comuni vengono penalizzate rispetto a quelle dello Stato. Si tratta, quindi, di una questione che interessa milioni di italiani, tra studenti, genitori, insegnanti, dipendenti ausiliari.

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