lunedì 25 maggio 2020
Gli istituti non statali: ci sono tre gravi discriminazioni da riparare, a partire dalle misure igieniche per superare la crisi da coronavirus
Scuole paritarie, cresce il fronte di chi chiede nuovi investimenti

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«Scuole paritarie: tre gravi ingiustizie da riparare». Una cinquantina di associazioni no profit scende in campo con una lettera aperta a governo e Parlamento per chiedere una modifica, in sede di conversione, del “decreto Rilancio”. Le «discriminazioni» denunciate nella lettera riguardano le misure igieniche per superare la pandemia, «ad esclusivo beneficio delle scuole statali», l’impossibilità di trasformare in credito d’imposta i canoni degli immobili usati anche per le attività didattiche e la mancanza di un sostegno economico adeguato alle famiglie che vorrebbero iscrivere i loro figli alle paritarie ma non riescono a pagare le rette a causa della crisi economica.

In pratica le organizzazioni, che operano in diversi settori della società, puntano ad ottenere la detraibilità integrale delle rette o, in alternativa, un bonus pari al valore medio delle rette da marzo a giugno. Un’altra proposta è la possibilità in caso di necessità di locali in più per la fase dell’emergenza da parte delle scuole pubbliche, di sfruttare quelli disponibili negli istituti scolastici paritari, con canone prefissato e senza oneri. La presa di posizione arriva dopo la preziosa mediazione svolta dalla Cei la scorsa settimana, che ha portato al raddoppio dei fondi da parte del governo.

Intanto un appello trasversale per la libertà di educazione è stato sottoscritto anche da alcuni deputati e senatori di varie parti politiche. Alla Camera il promotore dell’iniziativa è stato Maurizio Lupi, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, al Senato, Paola Binetti (Udc).

Nel “manifesto”, che ha raccolto il consenso di rappresentanti di tutti i partiti, si rilancia l’importanza e la priorità degli investimenti in educazione e formazione, «sempre decisivi per lo sviluppo del Paese nei momenti di crisi», si chiede che siano per tutto il sistema pubblico scolastico nazionale, quindi anche per le scuole pubbliche paritarie e si riconosce la sensibilità del governo sull’argomento che, dopo una iniziale sottostima del problema, ha incrementato le risorse per le paritarie. Sul tema intervengono anche Cism e Usmi, che gestiscono buona parte delle scuole pubbliche paritarie cattoliche in Italia. «Il decreto Rilancio – si dice nella nota – consideri che gli investimenti in educazione e formazione sono per tutto il sistema pubblico scolastico nazionale, quindi, anche per le scuole pubbliche paritarie».

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