giovedì 12 maggio 2016
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MILANO Sempre più multiculturale ma con una solida base di alunni “stranieri” nati in Italia. La nostra scuola si conferma laboratorio di inclusione - nelle prime quindici cittadinanze (in testa romeni, albanesi e marocchini) sono presenti tutti i continenti tranne l’Oceania - e pronta ad affrontare le nuove sfide poste dalle migrazioni, come l’accoglienza dei minori non accompagnati, il cui numero è in crescita costante. A mettere in fila dati, analisi e prospettive della presenza degli immigrati nella scuola italiana, è la quinta edizione del Rapporto nazionale Miur-Ismu, presentato ieri a Milano. Quest’anno l’analisi del Ministero dell’Istruzione e della Fondazione per gli studi sulla multietnicità si è focalizzata sulla “scuola multiculturale nei contesti locali”. Il quadro generale che emerge dal dossier evidenzia un «progressivo rallentamento » della crescita degli stranieri iscritti a scuola, cominciato nel 2008. Nell’anno scolastico 20142015, quello preso a riferimento dal Rapporto, erano 814.187, pari al 9,2% del totale (era il 2,2% nel 2001-2002). Negli ultimi cinque anni, gli alunni immigrati sono cresciuti del 20,9% (+11.343 nell’ultimo anno), a fronte di una diminuzione del 2,7% degli italiani e di un calo complessivo della popolazione scolastica dello 0,9%. In particolare, i ricercatori dell’Ismu e del Miur hanno osservato un «aumento significativo » della presenza di studenti non italiani nella scuola superiore, passati dal 14% al 23%, con un contestuale incremento degli iscritti ai licei, scuola scelta da un giovane immigrato su quattro. «Sono tutti studenti in attesa della cittadinanza », ha sottolineato Vinicio Ongini, della direzione generale dello studente del Miur, ricordando che «la legge sulla cittadinanza è ancora ferma al Senato». Sbloccarla, dando una risposta e una generazione di “nuovi italiani” darebbe nuovo impulso a un processo di integrazione, che ha radici proprio a scuola. La maggior parte degli alunni stranieri, infatti, frequenta la primaria (10,4% del totale) e la scuola dell’infanzia (10,2%). Questi ultimi potrebbero anche essere di più, visto che, secondo il Rapporto Miur-Ismu, almeno il 25% dei figli degli immigrati non si iscrive all’asilo. «Il divario comincia da qui», ha ammonito Ongini, ricordando che, anche questo, è un ostacolo in più sulla via dell’integrazione. Un processo che, comunque, poggia su so- lide basi, visto che sono sempre di più gli alunni di cittadinanza straniera nati in Italia. Dal 2007-2008 sono più che raddoppiati e corrispondono al 55,3% della popolazione scolastica complessiva. La punta più alta si trova nella scuola dell’infanzia, dove l’84,4% dei bambini figli di stranieri è nato in Italia. Anche alle superiori i nati in Italia sono più che quadruplicati negli ultimi anni, passando da 8.111 del 2007-2008 a 34.788 del 2014-2015. Nello stesso periodo è diminuito il numero di alunni entrati per la prima volta nel sistema scolastico italiano, passati dai 40.154 del 2007-2008 ai 33.054 del 2014-2015. Negli ultimi tre anni, anche in corrispondenza della significativa ripresa del fenomeno migratorio, tale dato ha ricominciato a crescere (+7,2%), contestualmente al numero dei minori stranieri non accompagnati. A dicembre 2015, quelli censiti dal Ministero delle Politiche sociali erano 11.921, concentrati soprattutto nelle regioni maggiormente esposte agli arrivi via mare e nelle grandi città. Una statistica ufficiale di quanti di questi bambini e ragazzi (in prevalenza maschi, visto che le femmine non accompagnate sono soltanto 550), siano iscritti a scuola, ancora non esiste. Ciò nonostante, il Miur ha finanziato 60 progetti in undici regioni, coinvolgendo circa 800 studenti non accompagnati. A livello territoriale, la Lombardia si conferma la regione con più alunni stranieri, con 201.633 iscritti. Lombardo è anche il Comune con la più alta percentuale di studenti immigrati. A Baranzate (Milano) il 53,4% degli studenti è di famiglia non italiana e al terzo posto, dopo Santa Croce sull’Arno (Pisa) con il 35,5%, c’è Pioltello, sempre nel Milanese, con il 31,3% di stranieri sul totale degli studenti. «Vogliamo porre l’attenzione su questo tema anche con il ministero dell’Istruzione – ha ricordato Mariagrazia Santagati, responsabile del settore educazione dell’Ismu –. Sono possibili i rischi e vanno osservati bene, ma possono essere dei laboratori d’inclusione». La presenza di alunni stranieri a scuola è sempre più qualificata anche sotto il profilo dei risultati. Dal 2010 l’incidenza degli alunni in ritardo è passata dal 40,7% al 34,4%, anche se, soprattutto alle superiori, il divario tra italiani e stranieri resta ancora elevato, soprattutto per gli studenti immigrati di prima generazione, mentre le seconde generazioni hanno esiti scolastici più vicini a quelli dei coetanei italiani. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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