mercoledì 15 marzo 2017
In dirittura d'arrivo, in Parlamento, l'esame dei decreti attuativi della Buona scuola. Previsti concorsi ogni due anni e il prossimo dovrebbe essere nel 2018.
Candidati impegnati nel concorso docenti

Candidati impegnati nel concorso docenti

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Dare stabilità agli insegnanti, «eliminando il fenomeno del precariato», garantire maggiore continuità didattica e coprire rapidamente le cattedre vacanti. Sono gli obiettivi del percorso di reclutamento e formazione degli insegnanti della scuola secondaria, individuato dai decreti attuativi della Buona scuola, il cui iter legislativo è alle battute finali nelle commissioni Cultura del Parlamento. Ieri è stato votato in Senato e depositato alla Camera il parere sul decreto che il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, definisce «tra i più importanti per la qualificazione del sistema e della professione docente».

Selezioni ogni due anni

In sintesi, il percorso delineato prevede concorsi regolari ogni due anni e, per i vincitori, un periodo di formazione di un triennio, che si concluderà con l’assunzione in ruolo previo «superamento delle valutazioni intermedie e finali».
Il primo concorso con la nuova formula dovrebbe essere avviato nel 2018. Secondo le previsioni dei tecnici ministeriali, i posti «vacanti e disponibili» per il biennio 2018-2019, che potrebbero essere messi a concorso saranno 20.893. «La stima di tali posti – si legge nella relazione – è espressamente al netto delle nomine dei vincitori delle graduatorie di merito relative al concorso 2016, degli aspiranti ancora presenti nelle Gae e nelle graduatorie di II e III fascia che potranno accedere nella fase transitoria». A fronte di 255mila iscritti, i candidati attesi alle prove di selezione sono 193.800 e 775 le commissioni d’esame previste (una ogni 250 candidati). Intanto, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’avviso delle prove suppletive del concorso 2016, che riguarderanno 5.472 candidati che hanno presentato e vinto il ricorso. Le prove sono previste tra il 3 e il 20 aprile.

Agesc: più autonomia e parità

Nel dibattito sui decreti attuativi della Buona scuola interviene l’Agesc, l’associazione dei genitori delle scuole cattoliche che, in un appello al Parlamento e e al Ministero, chiedono che siano inserite anche l’autonomia e la parità scolastica, «pilastri fondamentali per il rinnovamento del sistema nazionale di istruzione», su cui i decreti in esame «non promuovono decisi passi in avanti». «Nel decreto sulla formazione iniziale degli insegnanti – recita l’appello dell’Agesc – si deve prevedere che anche le scuole paritarie possano essere sedi di tirocinio per i docenti e si deve cancellare la prescrizione per cui il Miur determinerebbe il fabbisogno di docenti specializzati, non essendo in realtà in grado di farlo».

Diritto allo studio: introdurre livelli minimi delle prestazioni

Infine, in vista della votazione dei pareri sulla delega relativa al diritto allo studio, prevista per oggi, il Movimento studenti di Azione cattolica considera «positivo» l’incremento dei fondi (da 10 a 30 milioni) per le borse di studio contro la dispersione scolastica, ma ritiene «negativa» la proposta che siano gli enti locali ad erogare le borse. «Un’ulteriore criticità – si legge in una nota – è rappresentata dal fatto che non s’introducono livelli minimi essenziali di prestazioni comuni a tutte le Regioni in materia di diritto allo studio».

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