martedì 11 ottobre 2016
​Un preside e alcuni studenti (liberamente) hanno partecipato alla marcia per la vita. La Cgil insorge. Il direttore scolastico replica: genitori d'accordo, inoltre qui occorre recuperare il valore della vita.
EDITORIALE La verità non può essere nascosta ai giovani (Maurizio Patriciello)
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È un grumo di polemiche già sentite quelle che hanno coinvolto due istituti superiori del Casertano perché lo scorso sabato hanno partecipato ad una marcia per la vita nel capoluogo di Terra di Lavoro organizzata dal locale Movimento per la Vita. Nell’ottobre di due anni fa, precisamente sabato 25, ci fu la stessa manifestazione, peraltro nazionale, e le stesse discussioni. Oggi come allora, al centro delle polemiche si trova il preside dell’istituto tecnico-commerciale Foscolo di Teano, con succursale a Sparanise, Paolo Mesolella, da sempre schierato in difesa della vita e, consapevole dei complessi intrecci della società, che pesano soprattutto sui più giovani, si mostra preoccupato dell’aumento di aborti proprio nella cittadina dove fu sancita l’Unità d’Italia. La partecipazione alla marcia di sabato scorso ha mosso anche il ministero dell’Istruzione che ha inviato i propri ispettori al Foscolo’ di Teano per approfondire le modalità della partecipazione alla marcia del dirigente e di una cinquantina di studenti. Sulla vicenda è intervenuta Luisa Franzese, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale. "Il dirigente dell’Istituto Foscolo - ha affermato Franzese - ha sbagliato a partecipare alla marcia. La Scuola deve essere super partes e non prendere posizione, specie nei giorni in cui si tengono le lezioni". Da parte sua Paolo Mesolella ha bollato come "strana e curiosa" la decisione del ministro Giannini di inviare gli ispettori al suo istituto, spiegando che "la marcia era per la vita in generale, e non contro l’aborto. Tutto è stato frainteso e strumentalizzato. Nessun ragazzo è stato obbligato a venire. Tutti avevano l’autorizzazione dei genitori". Ed ha ricordato: "Tra l’altro abbiamo sentito parlare della valore della vita in un territorio difficile come il nostro". A creare polemiche, nel contesto scolastico, è stata la circostanza che i ragazzi hanno partecipato alla marcia, definita antiabortista dalle associazioni che difendono i diritti degli omosessuali e degli atei, durante un giorno in cui le lezioni erano regolarmente previste. "Chi gestisce strutture pubbliche - ha spiegato la Franzese - deve avere la capacità di tener conto di tutte le diverse idee che esprime la società. Un dirigente, come privato cittadino, è libero di partecipare a queste manifestazioni, ma non quando riveste funzioni pubbliche e nei giorni in cui si tengono le lezioni. Non può dunque impegnare la scuola, che è la casa di tutti". Sulla questione si è espressa anche Antonietta Tarantino, il dirigente dell’istituto casertano Galileo Ferraris che con la sua circolare, poi ritirata, nella quale dava direttive sul percorso che gli studenti avrebbero dovuto seguire nel partecipare alla marcia, ha di fatto innescato il vortice polemico, che ha infiammato anche i social network. "Penso sia arrivato il momento di smetterla con queste polemiche strumentali. Nessun ragazzo è stato costretto a partecipare, diversamente da come è stato detto da qualcuno". Per Gian Luigi Gigli (gruppo parlamentare 'Democrazia Solidale-Centro Democratico'), Presidente del Movimento per la Vita italiano “è inaccettabile il clima intimidatorio scatenatosi a Caserta ad opera della Cgil contro gli insegnanti e gli studenti che avevano partecipato alla marcia per la vita. Esso è indicativo della intolleranza con cui ormai si tenta di reprimere ogni dissenso rispetto ai temi considerati politicamente corretti".
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