martedì 14 settembre 2010
Ieri sono rientrati in aula quasi otto milioni di ragazzi. Ad attenderli le molte novità previste dal ministero, come il cambiamento delle superiori (con 6 indirizzi e nuove materie) e la digitalizzazione dei voti e delle presenze.
- Prima ci sia la vita (poi i comportamenti) di Luigi Ballerini
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Per suonare la campanella del primo giorno di scuola Mariastella Gelmini sceglie una scuola speciale. Il ministro dell’Istruzione apre l’anno nella sezione scolastica del Policlinico Agostino Gemelli, dedicata ai bambini e ai ragazzi ricoverati. E mentre un po’ in tutta Italia insegnanti precari e studenti protestano, Gelmini rilancia e chiede al corpo docente di raccogliere la sfida della riforma delle superiori. «Il governo ha predisposto questa riforma – dice – ma la sfida deve essere raccolta innanzitutto dagli insegnanti, perché a loro tocca l’onere di applicarla e di collaborare per rendere la scuola davvero un’istituzione eccellente».Come l’anno scorso, quando a settembre andò nella sezione scolastica del carcere minorile di Nisida a Napoli, anche stavolta il ministro Gelmini si fa vedere in una scuola lontana dai riflettori e dalle critiche. «Non ricordo un anno scolastico che non sia stato accompagnato da una serie di polemiche e proteste», commenta lei. «Rispetto tutti coloro che protestano – aggiunge – ma quest’anno la scuola mette al centro gli studenti e non gli interessi corporativi». Col nuovo anno scolastico, ricorda il ministro, «entra finalmente in vigore la riforma delle superiori, grazie alla quale moltissimi studenti potranno usufruire dei nuovi licei, della nuova istruzione tecnica all’insegna di più inglese, più istruzione in lingua straniera, più attenzione anche alla matematica per fare in modo che il diploma non sia solo un pezzo di carta ma un titolo spendibile sul mercato del lavoro». E cita il documento «Italia 2020» stilato col ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, «per abbattere la disoccupazione giovanile e favorire una maggiore collaborazione tra il sistema della formazione e quello produttivo». Per il primo giorno di scuola, giura il ministro dell’Istruzione, è tutto a posto: «Abbiamo effettuato un controllo con gli uffici scolastici regionali e riteniamo che l’anno possa essere avviato in maniera regolare. Tutte le immissioni in ruolo sono state fatte così come le supplenze sono state assegnate».Mentre il ministro dà l’avvìo al primo giorno di scuola, volantinaggi e proteste creative vanno in scena da Nord a Sud. Davanti al ministero di viale Trastevere a Roma, dopo le lezioni, si sono radunati insegnanti e studenti per chiedere una revisione dei tagli e nuovi investimenti: tra le sigle, Federazione degli studenti, Uds, Fds, Cobas, Flc Cgil e Giovani comunisti. Con loro anche l’Idv e Antonio Di Pietro, solidale «con le decine di migliaia di insegnanti precari messi sul lastrico. Gelmini apra il confronto». Davanti a 30 elementari romane Sinistra ecologia libertà ha distribuito 15 mila volantini. «La scuola pubblica è la pù importante fabbrica di futuro – commenta il leader Nichi Vendola – e colpirla è un attentato alla democrazia». A Terni cento docenti si sono simbolicamente incatenati attorno alla fontana di piazza Tacito. A Torino, come a Roma davanti al liceo Tasso e in altre città ancora, la Rete degli studenti indossa caschi gialli da cantiere, per proteggersi «dalle macerie che Gelmini e Tremonti hanno lasciato dopo aver demolito la scuola pubblica che non va considerata come un’azienda in dissesto economico». Nel capoluogo piemontese i professori dello Steiner hanno indossato magliette nere a lutto. Dall’Unione degli studenti striscioni nelle scuole di Milano e Napoli e una simbolica asta della scuola pubblica a Genova, oltre a volantinaggi a Campobasso e mobilitazioni in strada a Bari davanti al Petruzzelli. Prove di riscaldamento per la manifestazione nazionale degli studenti dell’8 ottobre.
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