Ail, scuola volontariato - Ufficio stampa Ail
Orientare, formare e valorizzare il volontario. Attribuire la giusta riconoscenza a chi dedica parte del suo tempo agli altri, senza chiedere nulla in cambio. L'idea della prima scuola italiana di volontariato di Ail (Associazione italiana contro le leucemie - linfomi e mieloma) nasce proprio per questo. Ma non solo: è anche un appello - quello del presidente nazionale Sergio Amadori - al governo: «Sogno di essere invitato ai tavoli decisionali, di essere coinvolti nei progetti, di lavorare insieme per portare il nostro contributo». Quello che i 18mila volontari di Ail - attivi sul territorio nazionale ormai da 50 anni - portano quotidianamente negli ospedali italiani. «Il volontariato è importante, perché oltre all’effetto benefico che si reca alla persona che ha bisogno, produce anche questa benedizione nascosta, che è quella di diffondere la cultura del dono come gratuità che oggi è il fattore principale di sviluppo. Il bene produce il bene», ha detto il prof. Stefano Zamagni.
Nel salone Angiolillo di Palazzo Wedwkind di Roma, a due passi da Palazzo Chigi, l'inaugurazione della prima scuola di volontariato diventa l'occasione per parlare del "Terzo settore". Una conversazione a cinque, tra il presidente dell'Ail Giuseppe Amadori, Il responsabile della scuola Giuseppe Toro, il presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali il prof.Stefano Zamagni, Stanislao Di Piazza, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il direttore dell'Espresso Marco Damilano e Alberto Stanzione di Pfizer.