giovedì 12 marzo 2015
Obiettivo mettere fine al precariato e rilanciare il ruolo degli insegnanti. Bonus per le spese culturali dei docenti. Arriva il 5 per mille.
Paritarie, sì agli sgravi. «Ma sembra una beffa»
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Via libera del consiglio dei ministri al disegno di legge sulla scuola. La prima comunicazione, via Twitter, è arrivata dal ministro Franceschini che ha sottolineato: " Un impegno mantenuto e uno sfregio sanato: tornano la storia dell'arte e la musica". E il premier ha poi detto: "Siamo riusciti dopo una lunga discussione a trovare un buon clima dentro il cdm, ora la palla passa al Parlamento. È un testo realizzabile abbastanza rapidamente se il Parlamento lavorerà con il senso dell'urgenza". "Il Parlamento riuscirà a fare in tempo", ha aggiunto il premier durante la conferenza stampa, rispondendo alla domanda se i tempi di esame della riforma in Parlamento non mettano a rischio l'assunzione dei 100mila insegnanti a settembre 2015. La riforma della scuola si articola in dieci punti. Ha spiegato Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi, illustrando il ddl approvato dal governo con l'ausilio di slide colorate. Ecco i punti salienti illustrati da Renzi. Un albo dei professori e la scelta del preside. "Il preside sceglierà gli insegnanti dentro un albo, là dove c'è spazio che si libera. Il preside sceglie dentro l'albo dei docenti e individua la persona più adatta senza automatismi". Fine delle classi pollaio. "La scelta dell'organico funzionale porta a superare il meccanismo delle classi pollaio". Autonomia vera. La riforma porta "un'autonomia vera alle scuole. Riprende un percorso sul quale avevamo lavorato in passato. Riprendiamo questo principio per dire che ogni scuola vivrà la propria autonomia, tiene ad esempio aperto il portone al pomeriggio. Devono farlo tutti". 500 euro per le spese culturali del prof. "Per la carta del professore abbiamo deciso 500 euro per le spese culturali, ogni anno un professore potrà spendere 500 euro solo per spese di natura culturale, un libro per approfondire o andare a teatro". Scompaiono i supplenti. "Non ci saranno più i supplenti", con la nuova riforma della scuola. Il "primo anno sarà di transizione": la figura del supplente sparirà "per quasi tutte le classi di concorso già dal primo settembre 2015, ma non per tutte perché le graduatorie a esaurimento non coprono tutte le classi di concorso". "Il meccanismo è tale per cui ogni scuola, entro una determinata data, farà un piano strategico della scuola che includa offerta formativa e fabbisogno". Dopo la presentazione del piano, che sarà "verificato dagli uffici competenti del ministero, ciascun preside avrà a disposizione un tot di insegnanti, non solo per le cattedre, ma anche per lavorare a singoli progetti, come un progetto europeo o per l'alternanza tra scuola e lavoro. È un meccanismo in cui la squadra dei prof che gestisce la scuola va oltre il numero delle cattedre e il preside come un allenatore, avrà la possibilità di individuare chi mettere in cattedra a inizio anno ma nel momento in cui qualcuno si ammala o un'insegnante resta incinta e aspetta un bambino, non si va alla graduatoria provinciale ma all'interno dell'organico funzionale: si supera questo meccanismo". Scatti e merito. "Agli insegnanti affidiamo la cosa più preziosa che abbiamo, basta pensare agli insegnanti come l'ultimo grado della scala sociale, sono la nostra più grande risorsa a cui affidiamo l'educazione dei nostri figli". "Abbiamo scelto di mantenere gli scatti di anzianità per i professori, ma con una cifra aggiuntiva sul merito. Le modalità su cui ciascuna scuola premierà saranno decise dal preside". On line curricula e bilanci. Le scuole metteranno on line i curricula dei professori e i bilanci delle scuole. "Non bisogna aver paura della trasparenza". Cinque per mille, school bonus e agevolazioni fiscali. Confermate le agevolazioni fiscali per chi investe nella scuola, sia statale che paritaria. Le misure contenute nel Capo V del ddl approvato dal governo valgono infatti per le «istituzioni scolastiche del sistema nazionale d’istruzione», che per la legge 62 del 2000 è appunto composto dalle scuole statali e dalle paritarie. Tre le misure previste. Il cinque per mille che, a decorrere dal 2016, potrà essere devoluto alle scuole; lo school bonus, che prevede la possibilità di detrarre il 65% (il 50% dal 2017) degli «investimenti per la realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e per il sostegno a interventi che migliorino l’occupabilità degli studenti». Confermata anche la «detraibilità delle spese sostenute per la frequenza scolastica», misura che, nel dibattito di queste settimane, è passata come la detrazione delle rette delle paritarie. In realtà, la novità riguarda tutte le scuole (anche le statali) e consiste nella possibilità, per le famiglie, di detrarre dalle tasse le spese sostenute «per un importo annuo non superiore a 400 euro ad alunno», almeno stando alla versione più aggiornata del testo. Questa possibilità è riservata agli alunni delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (elementari e medie). Restano quindi escluse le scuole superiori.  Precari, graduatorie e concorsi. "Il nostro governo ha il compito di affidare al parlamento le possibili scelte, ma il governo ha scelto di inserire nelle assunzioni i soggetti dentro le graduatorie ad esaurimento, lo Stato mantiene l'impegno. Le graduatorie di istituto non fanno parte delle graduatorie ad esaurimento, faranno i concorsi". Ha precisato Renzi illustrando le scelte del governo per l'assunzione di 100mila precari della scuola. Scuole materne, assunzioni ancora da decidere. "Abbiamo escluso dalle assunzioni solo una categoria, quella degli insegnanti della materna. Sono tanti, circa 23 mila persone. Fare questo tipo di assunzione senza aver chiarito con i Comuni la strategia sulle materne sarebbe stato un controsenso. Manteniamo l'impegno ad assumerli, ma lo inseriamo nella delega e avranno un anno di tempo con il progetto 0-6". Educazione fisica. "L'educazione motoria non può essere il giocattolino in attesa di fare altre cose, non può essere l'ora di svago. È una straordinaria opportunità per formare il carattere e uno stile di vita. Ma anche un elemento di grande investimento sulla sanità e uno strepitoso strumento di valorizzazione delle specialità delle persone con le varie disabilità".

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