sabato 7 giugno 2014
Generale «attenzione» alla proposta di Avvenire . Ma sono ancora molti i problemi da risolvere
TESTIMONIANZE Il sindacalista / Il sottosegretario / Il genitore
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La scuola aperta per ferie? Magari per aiutare il recupero degli studenti che fanno più fatica o degli stranieri in difficoltà con l’italiano? Idea «bella, ma non praticabile». La proposta fatta mercoledì scorso da Giorgio Paolucci con un editoriale pubblicato da Avvenire raccoglie «attenzioni», ma sembra incagliarsi negli ostacoli burocratici e contrattuali. Attenzione dal ministero dell’Istruzione, che però non pare intenzionato al momento ad affrontare un cambio organizzativo che richiede un passaggio contrattuale con i rappresentanti dei lavoratori. Attenzione dal mondo dell’associazionismo delle famiglie nella scuola, che però propone di coinvolgere in questa iniziativa non i docenti reduci da un anno di lavoro bensì forze più fresche e giovani, come gli aspiranti docenti che si stanno formando e che, in questo modo, avrebbero l’opportunità di cominciare a “prendere confidenza” con la scuola e gli studenti. Attenzione dal mondo sindacale, il quale, però, rilancia l’idea di spalmare sull’intero anno scolastico la cura degli studenti stranieri con difficoltà in italiano, mettendo sotto accusa l’attuale sistema organizzativo di formazione dell’organico a disposizione delle scuole. Attenzione anche dal mondo delle comunità straniere presenti nel nostro Paese, che a loro volta aggiungono suggerimenti e danno indicazioni su come raggiungere l’obiettivo. Insomma un’ «attenzione» generale, che però ancora non riesce a trasformarsi in un progetto o in un’idea per il futuro. Ecco le voci raccolte da Avvenire sulla proposta. Un tema che fa discutere, ma che non può restare senza una risposta.
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