mercoledì 29 settembre 2010
Giorgio Napolitano non ha gradito il modo con cui i giornali hanno parlato della lettera del Quirinale sui simboli leghisti della scuola di Adro. In visita a Parigi, il presidente della Repubblica ha tenuto a precisare di non aver fatto «nessun intervento» su Adro ma di aver semplicemente «preso atto» che il ministro Gelmini aveva sollecitato la rimozione di quei simboli, come da più parti richiesto.
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Giorgio Napolitano non ha gradito il modo con cui i giornali hanno parlato della lettera del Quirinale sui simboli leghisti della scuola di Adro. In visita a Parigi, il presidente della Repubblica ha tenuto a precisare di non aver fatto "nessun intervento" su Adro ma di aver semplicemente "preso atto" che il ministro Gelmini aveva sollecitato la rimozione di quei simboli, come da più parti richiesto."Su Adro io non ho fatto nessun intervento, sarebbe stato tardivo ieri o l'altro ieri. Io - ha puntualizzato Napolitano - ho preso atto che c'erano state forti sollecitazioni che venivano dall'opposizione, dalla stampa, dall'opinione pubblica. Ho avuto fiducia che intervenisse, come doveva, il ministro e ho preso atto che c'è stato un intervento con cui è stata sollecitata la rimozione di quei simboli".LA LETTERA DI NAPOLITANONapolitano, si legge nella missiva che il presidente ha indirizzato ai genitori, «ha ribadito la sua convinzione che nessun simbolo identificabile con una parte politica possa sostituire in sede pubblica quelli della nazione e dello Stato, né questi possono essere oggetto di provocazione e sfide». Per rassicurare i genitori firmatari dell’appello, il segretario generale della presidenza della Repubblica sottolinea anche che il capo dello Stato «ha seguito – assumendo i necessari elementi di informazione – e segue con attenzione la vicenda della clamorosa esibizione del simbolo del "sole delle alpi" nel nuovo polo scolastico di Adro». La vicenda della scuola del Comune franciacortino, dunque, rimane sempre al centro dell’attenzione. E, come successo negli ultimi giorni, continua a far discutere e provocare reazioni in attesa delle decisioni dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco leghista Oscar Lancini, sull’eventuale rimozione dei simboli al centro del "caso".  Sviluppi erano attesi lunedì sera, quando era stato convocato il Consiglio comunale, successivamente sospeso (ancora prima di iniziare) e rinviato. Inizialmente sembrava riconvocato per ieri sera, invece è slittato a questa sera, e si terrà a porte chiuse. Il rinvio della seduta, caratterizzata anche dalla presenza massiccia degli organi d’informazione, è stato deciso dal primo cittadino anche perché la tensione «era molto alta», ha detto il sindaco, dopo aver invitato fotografi e operatori a uscire dalla sala per iniziare i lavori. Una decisione accolta con applausi dai cittadini di Adro e dai molti esponenti e militanti leghisti accorsi da diverse cittadine della zona, ma anche tra le contestazioni di molti altri. Il Consiglio si aprirà quindi alle 20.30 di questa sera con lo stesso ordine del giorno che doveva essere discusso lunedì: il bilancio e, per quanto riguarda la scuola al centro delle polemiche, la questione della lottizzazione. Nel frattempo, in base a quanto ricostruito dall’agenzia Apcom, il sindaco Lancini avrebbe pronta la lettera di risposta al provveditore lombardo agli studi, Giuseppe Colosio, che nei giorni scorsi gli aveva reso nota la posizione del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini con l’invito ad «adoperarsi per la rimozione» dei simboli leghisti. Si appresterebbe a spedirla a breve.
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