venerdì 5 giugno 2020
Il premier Conte e la ministra Azzolina annunciano le modalità della riapertura in sicurezza
La ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina

La ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina - Ansa

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Divisori tra i banchi per garantire il distanziamento di almeno un metro tra gli studenti, mascherine obbligatorie per tutti dai sei anni in su, ma anche visiere per andare incontro alle esigenze di studenti con difficoltà respiratorie e ipoacusici. Sarà così il rientro a scuola, a settembre, secondo quanto riferito dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, durante il maxi-vertice (oltre 50 partecipanti), sulle modalità di avvio, in sicurezza, del prossimo anno scolastico. «La didattica a distanza si è rivelata un'opportunità nei mesi dell'emergenza Covid, ma a settembre si torna a scuola in presenza ed in piena sicurezza», ha annunciato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha presieduto l’incontro a cui hanno preso parte tutte le componenti della scuola, oltre ai rappresentanti degli enti locali, della Protezione civile e del Comitato tecnico scientifico, che ha redatto i protocolli di sicurezza.
Quattro miliardi per ripartire
«L'obiettivo è portare tutti a scuola in presenza. Con particolare attenzione ai più piccoli, che hanno sofferto maggiormente in questo periodo», ha detto la ministra. Quello per la scuola, ha aggiunto «sarà un piano su più livelli che seguirà l'andamento del rischio di contagio». Il governo ha ascoltato e raccolto le istanze dei partecipanti. Nei prossimi giorni, anche con la collaborazione degli enti locali, che invieranno dati aggiornati sull’edilizia scolastica, saranno chiuse le linee guida per la scuola che terranno conto dei numerosi incontri che si sono svolti in queste settimane, del confronto con le parti sociali, del lavoro del Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute sulle misure di sicurezza e di quello del Comitato di esperti coordinato da Patrizio Bianchi sugli aspetti didattici. «Sulla scuola stiamo mobilitando risorse per 4 miliardi – ha ricordato Azzolina -. Siamo tutti d'accordo che l'obiettivo di riapertura a settembre è complesso, ma raggiungibile se lavoriamo tutti insieme, ciascuno per la propria parte: il Paese si aspetta da noi che i ragazzi a settembre tornino a scuola».
«Servono linee guida nazionali»
La riapertura in sicurezza è «la priorità» del sindacato, ma perché questo avvenga «è assolutamente necessario definire subito le linee guida nazionali, come abbiamo fatto nelle scorse settimane con i protocolli sulla sicurezza, puntuali e dettagliati, per tutti i luoghi di lavoro», hanno ricordato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan e la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. «I tempi sono strettissimi – hanno sottolineato le due leader sindacali -. Dobbiamo sapere come garantire le necessarie distanze nelle aule scolastiche, tenendo conto della densità scolastica che non è uguale nelle varie province italiane, e soprattutto dobbiamo colmare le carenze enormi di organico che riguardano sia i docenti sia il personale tecnico. La protesta dei sindacati della scuola è dunque confermata – hanno ricordato, rimandando allo sciopero generale dell’8 giugno -. Il governo deve sciogliere subito il nodo delle risorse per garantire a settembre la ripresa delle attività in presenza in tutte le scuole italiane».
«Più risorse per l’edilizia scolastica»
Le «molte criticità» sul cammino della ripresa, sono riassunte anche dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che ha chiesto uno sforzo economico ulteriore per l’edilizia scolastica, a fronte della necessità di adattare gli istituti alle norme di prevenzione anti-Covid. «Rispetto agli interventi di edilizia scolastica, le risorse attualmente disponibili per gli enti locali – ha ricordato Decaro - ammontano a 360 milioni: non sono sufficienti. Per questo abbiamo già predisposto un emendamento al dl Rilancio in corso di conversione. Considerando un costo medio di ventimila euro, eseguire questi interventi leggeri nei 28mila edifici tra scuole dell’infanzia e primarie, indispensabili per far ripartire l’attività scolastica in presenza, richiede 620 milioni complessivi».
«Non possiamo riaprire da soli»
Di «molto lavoro da fare», ha parlato anche il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, sottolineando che «i dirigenti scolastici non possono garantire da soli la riapertura delle scuole in sicurezza». «Per assicurare il distanziamento, misura anti-contagio principale, è necessario infatti – ha ribadito Giannelli - che gli enti locali reperiscano nuovi spazi e che il ministero incrementi la dotazione organica del personale. Oltre alle maggiori risorse, quindi, servono anche procedure agili per assumere tempestivamente tutte le unità di personale indispensabili. Chiediamo che il governo colga l'occasione della ripartenza per intervenire in modo strutturale sui tanti problemi da affrontare: se non ora, quando?», si è chiesto il presidente dei dirigenti scolastici italiani.

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