martedì 9 agosto 2016
Il Ministro Giannini: solo il 10% dovrà spostarsi da Sud a Nord. L’annuncio non ha però placato la protesta: anche ieri centinaia di docenti in piazza a Potenza, Bari, Palermo e Napoli.
Scuola, 32mila prof in cattedra
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Nuove assunzioni in vista per insegnanti e personale ausiliario della scuola. Ieri il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha annunciato che, a settembre, 32mila docenti saranno assunti a tempo indeterminato, per effetto del concorso che si sta concludendo in queste settimane o per lo scorrimento delle graduatorie ad esaurimento. Altre 10mila assunzioni sono invece previste per il personale Ata.

Queste «novità positive e importanti», come le ha definite il ministro, non hanno però placato la protesta degli insegnanti meridionali che denunciano un «esodo di massa» verso le regioni settentrionali. Anche ieri, centinaia di docenti sono scesi in piazza a Potenza, Bari, Palermo e Napoli, protestando contro il piano straordinario di mobilità previsto dalla Buona scuola. «La mobilità generale – ha spiegato il ministro Giannini – quest’anno riguarda 200mila insegnanti. La stragrande maggioranza chiede come ogni anno il trasferimento, e lo ottiene, nelle sedi desiderate e limitrofe».

Chi invece deve spostarsi di più chilometri, in particolare dal Sud al Centro nord «è una percentuale inferiore al 10%», sono «i neoassunti, i più giovani di servizio, entrati con la Buona scuola». Questi spostamenti, ha aggiunto il ministro, «derivano da un fatto storico del nostro Paese. I posti sono per lo più al Nord e al Centro Nord e la maggior parte delle persone che desidera fare l’insegnante, e a questo punto lo può fare con un contratto stabile e definitivo, viene dal Sud. È un processo che la scuola italiana ha sempre avuto». Il ministro non ha tuttavia escluso che, «su questi grandi numeri», ci possano essere «segnalazioni di non corrispondenza tra quanto richiesto e quanto assegnato» a un insegnante.

«Si tratta di capire se c’è un’anomalia o un’imperfezione – ha sottolineato –. Caso per caso stiamo esaminando tutte le segnalazioni, garantendo a questi insegnanti la possibilità di avere la migliore condizione possibile entro le prossime settimane in modo che anche quest’anno scolastico inizi regolarmente». «Massima comprensione» per la protesta degli insegnanti è stata espressa dal sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, che ha comunque ricordato che «la strada del governo è quella giusta». 

 «I numeri parlano chiaro – ha scritto in una nota –. I docenti cosiddetti “immobiliz-zati”, ovvero quegli insegnanti che rientrano dopo anni nella propria regione, – spiega Faraone – nel caso della scuola primaria, sono oltre 1.100 in Sicilia, circa 600 in Puglia, oltre 1.800 in Campania, quasi 540 in Calabria. E in queste stesse regioni in cui qualcuno sta strumentalmente costruendo l’immagine di un depauperamento di capitale umano, grazie alla legge 107, abbiamo assunto circa 15mila insegnanti in Campania, oltre 10mila docenti in Sicilia e Puglia, più di 5mila in Calabria.

Un bel paradosso. I diretti interessati, destabilizzati da spostamenti anche di breve periodo, hanno diritto di protestare, ma chi ha compiti di governo dovrebbe evitare i populismi soprattutto se basati sul nulla. Lo dico a chi agita spauracchi e fa allarmismo sociale: per ogni docente che parte ce n’è uno che rientra».

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