venerdì 13 novembre 2020
Si tratta di un 59enne già protagonista in passato di furti di beni di natura ecclesiastica. Non è però stata ritrovata la reliquia, il cui valore è esclusivamente devozionale
Il Duomo di Spoleto, dov'è avvenuto il furto di una reliquia di san Giovanni Paolo II

Il Duomo di Spoleto, dov'è avvenuto il furto di una reliquia di san Giovanni Paolo II - Ansa

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È stato individuato dai carabinieri il presunto responsabile del furto della reliquia " ex sanguine" di san Giovanni Paolo II, sottratta il 23 settembre scorso nel Duomo di Spoleto. Si tratta di un cinquantanovenne residente nella cittadina toscana di Figline Valdarno, già protagonista in passato - riferiscono gli investigatori - di furti di beni di natura ecclesiastica avvenuti nella zona. Furto aggravato l'ipotesi di reato che gli è stata contestata. La reliquia non è stata ritrovata, perché - ritengono i carabinieri - verosimilmente già consegnata a ricettatori o collezionisti di genere.

L'indagine è stata condotta dal Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Spoleto e dal Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Perugia, coordinati dalla procura della Repubblica spoletina.

Le autorità ecclesiastiche hanno rivolto un accorato appello per la restituzione della reliquia, il cui valore viene definito "esclusivamente devozionale". Gli investigatori sono convinti che il reliquiario sia finito nelle mani di un rigattiere o, ipotesi considerata ancor più plausibile, ceduto a un collezionista. Gli investigatori non escludono ulteriori sviluppi degli accertamenti in corso sulla catena di contatti e spostamenti dell'indagato nei giorni immediatamente successivi al furto.

Per individuare il presunto colpevole, sono state "determinanti" le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza del duomo di Spoleto, sottolineano gli investigatori. L'uomo è stato infatti ripreso nelle fasi precedenti e nel momento del furto, nonché negli spostamenti successivi per i vicoli, grazie alle telecamere del Comune di Spoleto. I militari lo hanno poi "seguito" nel suo percorso verso la stazione ferroviaria, mentre saliva su un treno diretto a Foligno, per poi proseguire verso la sua abitazione, prendendo una coincidenza diretta in Toscana.

Le immagini del volto, parzialmente coperto da un cappello, estrapolate dai filmati, e le particolari caratteristiche fisiche - spiega ancora l'Arma -, hanno fatto emergere i primi elementi per la ricerca. I carabinieri hanno notato quella che è considerata la disinvoltura di azione e movimento del presunto autore del furto, tale da fare loro ipotizzare di avere a che fare con un "professionista". Grazie alla conoscenza dei soggetti dediti ai furti d'arte, attraverso le informazioni fornite dai carabinieri del Nucleo Tpc di Firenze, immediatamente attivati dai colleghi umbri, si è giunti alla sua identificazione.

Una volta ricostruiti i movimenti e dopo averne riferito gli esiti al magistrato titolare dell'indagine, la procura della Repubblica di Spoleto ha emesso un decreto di perquisizione personale e locale a carico dell'indagato. Il provvedimento è stato eseguito presso la residenza dell'uomo con l'obiettivo di ritrovare anzitutto la preziosa reliquia, nonché ulteriori elementi di prova. Dell'oggetto sacro però ancora nessuna traccia.

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