giovedì 19 maggio 2016
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Venezia. Oltre 100 strutture irregolari e una presunta evasione fiscale, nei soli sette mesi presi in esame, di 2 milioni di euro. A questi si aggiunge Iva evasa per 200mila euro, tassa di soggiorno non pagata per 120mila euro ma anche l’elusione degli obblighi, grazie al “nero” assoluto, delle segnalazioni alla Questura per l’antimafia e l’antiterrorismo. Venezia dice stop ai bed & breakfast abusivi e lancia un’operazione di controllo capillare nel centro storico lagunare, dove Guardia di finanza e polizia municipale – grazie a Internet da una parte e alle segnalazione dei cittadini dall’altra – ora passeranno al setaccio altre mille strutture ricettive. La “guerra” per la legalità, che vede tra i suoi artefici il sindaco Luigi Brugnaro, si è concentrata proprio sul flusso di informazioni turistiche online, che con la falsa ospitalità ha creato una diffusa concorrenza sleale ai danni di chi è in regola, oltre a un danno di immagine per la città lagunare. Senza contare l’ipotetica truffa a scapito degli ignari ospiti. I finanzieri, grazie alla messa a punto di un software denominato 'Domus network', hanno fatto scattare l’operazione 'Venice journey'. Si è trattato, di fatto, prima di incrociare la reale offerta registrata dal Comune con quella ben superiore (almeno il 50%) che compariva in Rete e poi dare corso ai controlli sul campo. Sono così venuti alla luce operatori italiani e stranieri in odore di frode (sono scattate anche delle perquisizioni), che pubblicizzavano i b&b, per un costo medio di 108 euro a notte, su siti tematici. Le proposte andavano da «autentico sottotetto veneziano», «meravigliosa camera con bagno turco», fino a «palazzo gotico superba vista su canale». Gli operatori passati al setaccio vanno dal proprietario di una singola casa fino a chi ha costruito una rete di offerta articolata fino a 30 appartamenti.
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