martedì 24 agosto 2010
Attacco a Bossi: ci insulta perché ostacoliamo il suo potere. Lui: trafficante in banche e quote latte, nel governo si sveglino. A Otranto il leader ai suoi: aspettiamo segnali di discontinuità e una maggiornaza non più a «trazione leghista». Intanto ogni ipotesi viene rimandata a dopo la verifica parlamentare.
- Sul quoziente familiare il premier «tenta» Casini
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Non solo scontro con la Lega, ma anche dialogo con il Pdl. Sulle politiche economiche che servono al Paese. Sul quoziente familiare. Su un federalismo «equo». Al momento l’Udc non si sbilancia, tiene la posizione. Ribadisce, con il segretario Lorenzo Cesa, la fermezza dell’«opposizione repubblicana» in attesa di «nuovi scenari».Si aspetta, insomma, la verifica parlamentare sui fatti e l’eventuale apertura di una crisi, per valutare chi sia l’interlocutore più affidabile. Pier Ferdinando Casini va ripetendo ai suoi che il presupposto per scenari futuri insieme al Pdl è che Silvio Berlusconi mostri «discontinuità» nell’azione di governo e che il centrodestra non sia più a «trazione leghista». La rinnovata attenzione del premier per Casini - che non è mai venuta meno sul piano umano - il leader centrista la interpreta come un segno della «rilevanza politica» assunta. «Stiamo lavorando in Parlamento e al termine del percorso verificheremo quali sono le condizioni programmatiche per aprire agli uni o agli altri», spiega Mauro Libè, deputato dell’Udc, che in questi giorni è a Otranto insieme al leader del partito. Il federalismo che piace al centro è «equo ancor prima che solidale», fa sapere agli avversari. Cioè che «mette in salvo i conti della finanza pubblica». Cosa che non sta avvenendo nei Comuni con la «spesa che sta uscendo da ogni regola». E «non ci vengano a raccontare che questo viene fatto per tutelare il domani dei nostri figli». Per Libè due punti importanti sono le infrastrutture e un riequilibrio del sistema energetico «che non vada a scapito dei più deboli».Sia quelli del Sud che quelli del Nord. La dialettica su cui insistono i politici padani. Libè li stuzzica. «In Senato la Lega ha votato a favore del blocco degli abusi edilizi in Campania. Poi va a fare campagna al Nord, dicendo che i "terroni" non rispettano le regole».  Parole che non nascondono l’attrito con la Lega. Ieri la segreteria dell’Udc ha risposto ai ripetuti niet del senatùr ai vituperati «democristiani» con un comunicato double face. Dapprima una cannonata al leader del Carroccio: «Che Bossi, noto trafficante in banche e quote latte, insulti l’Udc lo riteniamo molto utile per far capire agli italiani chi ostacola davvero i suoi progetti di occupazione del potere». Poi un colpo a salve affinché «si svegli chi ha votato questa legge sul federalismo, che è solo uno spot per la Lega, e chi nel governo viene messo sempre più ai margini dal Carroccio». Dal centrodestra arrivano segnali per un difficile, ma non impossibile dialogo. Su quali consonanze si potrebbe basare? «Spazi ce ne possono essere tanti», assicura il deputato Luca Volontè. «Ad esempio, l’attenzione al fisco familiare. Non si capisce perché dentro il Pdl chi ha promesso di voler attuare il quoziente in questi due anni e mezzo sia stato in silenzio». Poi una stoccata al Carroccio: «In dieci anni di promesse sul federalismo fiscale i cittadini ora si trovano a dover pagare più tasse locali». Il problema, prosegue Volontè, non è «allargare» l’esecutivo che ha avuto il sostegno degli italiani a un’altra forza politica. Ma che esso «ribadisca o introduca temi reali rispetto ai problemi del Paese: famiglia, lavoro, sburocratizzazione per le imprese». Il capogruppo al Senato Gianpiero D’Alia rivolge un appello ai moderati del Pdl - in particolare alla «nuova classe dirigente» che si è formata in Meridione dopo le regionali - a prendere l’iniziativa per uscire dalla crisi in cui la maggioranza è finita per «onnipotenza e autosufficienza». E fare «le riforme strutturali che servono al Paese».Alla contraerea risponde il sottosegretario leghista Roberto Castelli: «L’Udc al Nord non l’ascolta nessuno, come dimostra il Piemonte. Questa nota non sposterà un voto». Caustico Volontè: «Fanno sorridere le risposte piccate di Castelli, che a Lecco le elezioni le ha perse, e i proclami di Bossi». L’Udc, se si andrà alle urne, è pronta a parlare «all’elettorato del Nord che vota Lega, o a quello che non vota per nessuno. Quelle persone che - al di là delle promesse sul federalismo - faticano a trovare lavoro e a settembre dovranno sborsare centinaia di euro per i libri scolastici dei figli».
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