sabato 18 aprile 2020
Confermati invece gli ad di Enel, Eni, Leonardo e Poste, molte novità tra i presidenti. L'opposizione insorge: grave forzatura in questo un momento
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Litigiosa su Europa e riaperture, la maggioranza continua a dialogare però nella partita sulle nomine per le partecipate pubbliche. Giunta ormai al traguardo, con l’obiettivo di chiudere entro il week-end e decidendo nuove pedine, anziché limitarsi al mero rinnovo. Alcuni nodi sono ormai risolti: dai vertici di Mps, dove è in arrivo Guido Bastianini, alla conferma degli amministratori delegati di Eni, Enel, Leonardo e Poste. Due giorni fa si è tenuta una lunga riunione di maggioranza – presente anche il ministro del Tesoro, Gualtieri –, caratterizzata dal braccio di ferro fra Pd e 5 stelle (con la variabile di Italia Viva, che punta a ottenere alcuni membri dei diversi Cda) e dalle proteste dell’opposizione. In una nota, i leader di Lega, Fdi e Fi parlano di «grave forzatura » dopo la loro richiesta di rinnovo automatico degli amministratori, per l’emergenza virus. E stamane rincarano la dose, soprattutto da Fratelli d’Italia, parlando di «grande abbuffata» da parte della maggioranza.

A ridosso della scadenza di lunedì per le liste, è ormai certa la conferma di Claudio Descalzi all’Eni e di Alessandro Profumo in Leonardo. Invece a Terna avrebbe avuto la meglio Stefano Donnarumma (scelto dal Campidoglio nel 2017 per guidare Acea) e all’Enav Paolo Simioni, anche lui in passato scelto dai 5s capitolini per Atac. Ma la trattativa politica continuerà nel week end. Bastianini, già vicedirettore generale di Capitalia e presidente di Banca Profilo prima di approdare a Carige, dovrebbe essere indicato dal Mef alla prossima assemblea. Le prime intese sulle presidenze hanno riguardato proprio Leonardo, dove è in arrivo Luciano Carta, ora a capo dell’Aise, e l’Eni per la quale è stata indicata Luisa Calvosa, giurista già nel Cda di Telecom.

Nella serata di ieri poi il puzzle ha visto andare a posto altre tre tessere, tre donne: Valentina Bosetti alla presidenza di Terna, Francesca Isgrò alla presidenza di Enav, Patrizia Grieco alla presidenza di Mps. Ma la partita più complessa si è giocata sulle partecipate industriali, Eni in testa, col Pd che puntava a difendere i vertici uscenti, nominati dal centrosinistra, e M5s che chiedeva un avvicendamento a Descalzi, sotto processo a Milano per una presunta tangente in Nigeria. Poi invece riconfermato a fianco ad una presidente, appunto Luisa Calvosa, scelta dai Cinque Stelle. Tramontata l’ipotesi di Gianni De Gennaro, ex capo della polizia e da sette anni presidente di Leonardo. Proprio nella società ex Finmeccanica si è svolto un altro braccio di ferro, fra il Pd che puntava sulla conferma di Alessandro Profumo e i pentastellati orientati verso un profilo industriale come quello di Giuseppe Giordo. Meno problematico il rinnovo dei vertici di Enel, dove non è mai stata in discussione la nomine di Francesco Starace come amministratore delegato, e di Poste Italiane, dove resta Matteo Del Fante.

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