sabato 2 ottobre 2021
Vertenza economica con la sanità regionale, un centro riabilitativo della provincia di Napoli sospende le prestazioni anche per chi già è in cura. Il dramma delle famiglie
Scontro con l'Asl, da lunedì senza terapie 300 bambini con diagnosi di autismo

Ansa

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Oltre 300 bambini della provincia di Napoli, l’80 per cento dei quali con diagnosi di disturbo dello spettro autistico, saranno senza terapie da lunedì. Una comunicazione del Centro di riabilitazione "NeapoliSanit" di Ottaviano fa piombare nello sconforto decine di famiglie: percorsi interrotti a causa della vertenza in corso tra il centro e l’Asl Napoli 3 Sud.

L’ultimo trimestre dell’anno è spesso complicato, in Campania, per i centri convenzionati e le famiglie con bambini che hanno bisogno di terapie specifiche. I fondi regionali finiscono e le strutture bloccano l’ingresso di nuovi utenti garantendo la continuità solo per chi già è inserito nei percorsi riabilitativi. Nei momenti più duri della sanità campana, in discussione sono finite anche le terapie già in corso.

Il caso di "NeapoliSanit" è per il momento un unicum in Campania, ma è un segnale allarmante in vista delle prossime settimane in cui i budget regionali andranno via via esaurendosi. Il centro è specializzato nel metodo "Aba", che mira a ridurre le abitudini comportamentali problematiche e disfunzionali dei bambini con disturbo dello spettro autistico. Una competenza che ha portato ad un "overbooking", ad un surplus di richieste di prestazioni in convenzione da svolgersi presso il centro. Da lì nasce la vertenza con l’Asl Napoli 3 Sud, con vari solleciti di "NeapoliSanit" all’amministrazione sanitaria per capire se il totale delle terapie in somministrazione poteva essere coperto o meno dai fondi regionali. Dalle mancate risposte dell’Asl alla vicenda specifica sollevata dal centro riabilitativo nasce la decisione di chiudere i servizi in convenzione anche a chi è in terapia da anni.

Ieri mattina, per scongiurare il peggio, una delegazione di genitori si è recata a Torre del Greco, sede centrale dell’Asl Napoli 3 Sud. La dirigenza Asl attraverso le famiglie ha lanciato un messaggio al centro: quello di non interrompere le terapie in corso, di proseguire con i trattamenti perché una soluzione economica sarà trovata. Ora si attendono però atti formali che convincano il centro di riabilitazione a tenere aperti gli spazi a famiglie e bambini. Gli stessi genitori, ricevuta la risposta dell’Asl, ora chiedono a "NeapoliSanit" di rispettare l’indicazione dei vertici sanitari locali.

Per le famiglie e i piccoli in cura, la notizia della chiusura è un trauma e una ferita profonda. Una mamma di un bimbo di 9 anni con malattia rara e diagnosi di autismo, spiega la situazione di decine di genitori utenti del Centro: «Abbiamo paura. Sappiamo tutti che poche settimane senza terapie possono vanificare il lavoro di mesi e anni. Nei periodi in cui vengono sospese le prestazioni molti, pur di non perdere i progressi fatti, cercano di proseguire con terapie private e arrivano a spendere sino a 800 euro al mese. Ma l’efficacia non è la stessa, il cambiamento anche di contesto è troppo pesante e i bambini esprimono il disagio chiudendosi ulteriormente. Non possono essere i nostri figli le vittime di liti e pendenze amministrative».

L’Asl Napoli 3 Sud serve 56 comuni dell’area metropolitana. Lo scorso luglio, a fronte dell’annoso problema dei budget che si esauriscono ben prima della fine dell’anno solare, il governatore Vincenzo De Luca aveva dato disposizione ai direttori generali delle Asl di non interrompere le cure già in corso . Una decisione che era stata salutata come una vittoria sia dai partiti di maggioranza sia da quelli di opposizione. Il caso del NeapoliSanit rompe la tregua e ripropone il dramma di una sanità che toglie diritti dalla mattina alla sera, lasciando nello sconforto famiglie e minori incolpevoli. E i genitori, sballottati tra l’Asl e il centro di riabilitazione, vivono anche la beffa di sentirsi "usati" dalle parti in causa.

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