venerdì 24 settembre 2010
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Una riforma fiscale che punta a riconoscere a tutte le famiglie il valore sociale dell’investimento fatto nella cura dei figli e il servizio reso assistendo disabili, ma che sgombra il campo da qualsiasi possibile critica mossa al quoziente familiare. È l’obiettivo della proposta del "Fattore famiglia" elaborata dal Forum. A volte, infatti, si è rimproverato, anche pretestuosamente, ai sostenitori del quoziente di voler avvantaggiare più i ricchi che i poveri. L’accusa era falsa perché i genitori con figli sono discriminati a qualsiasi livello di reddito si collochino, ma la precisa ed efficace piattaforma messa ora a punto dall’associazionismo con il "Fattore famiglia" elimina alla radice la possibilità di qualsiasi appunto. Al tempo stesso, però, tiene conto dei figli a carico, qualsiasi sia il livello di reddito dei genitori.No tax area. Il "Fattore famiglia", infatti, si applica allo scaglione di reddito più basso, evitando così che lo sgravio goduto sulle entrate più elevate, per effetto del crescere dell’aliquota, sia più pesante rispetto a quello delle famiglie meno agiate. Si ovvia anche ad un possibile effetto analogo che si poteva risentire con la precedente proposta del "Basic income familiare".Con il "Fattore", dunque, le aliquote applicate alla "deduzione" sono sempre le stesse, indipendentemente dal reddito.In sostanza il nuovo meccanismo ideato dal Forum punta a creare una "No tax area" familiare, che tuttavia non cresce in modo proporzionale in base al numero dei componenti, ma in base a dei coefficienti stimati in relazione ad una scala di equivalenza.Il Fattore. Il principio è lo stesso dell’Indicatore di situazione economica equivalente (Isee), ma i parametri proposti dal Forum sono adeguatamente rivisti in chiave familiare. Per cui se l’attuale Isee per una famiglia di 8 persone prevede un moltiplicatore di 3,90, con il Fattore è di 6 (7 con il quoziente francese). Essendo il costo di mantenimento di una persona 7mila euro (povertà relativa Istat, da adeguare periodicamente), la stima della "no tax area" familiare per 8 persone con l’Isee è di 27,3 mila euro, invece con il "Fattore" è di 42 mila (49 con il quoziente francese). Comunque il moltiplicatore può essere aumentato in base a situazioni che possono creare più bisogno, quali la disabilità, la non autosufficienza, la monogenitorialità.Incapienti. Se la "no tax area" risulta superiore al reddito, la parte eccedente moltiplicata per la prima aliquota si trasforma in "imposta negativa", che è versata al contribuente come credito di imposta o sotto forma di assegno.La nuova imposta. Con queste premesse una famiglia con un reddito di 20mila euro e tre figli riceverebbe un assegno di 1.400 euro in imposta negativa, mentre ora paga 923 euro di tasse. Con altri due bambini avrebbe il diritto di ricevere il versamento della "imposta negativa" di 5.352 euro (ora 1.200). Per una famiglia con cinque figli e 40mila euro di reddito, le tasse ammonterebbero con il Fattore a 1.368 euro (ora 4.219). Gradualità. Comunque il Forum non è intenzionato a portare avanti la strategia del "tutto e subito". Infatti il documento elaborato nota che «considerato l’impatto che un nuovo metodo può introdurre nelle entrate fiscali, è pensabile introdurre il "Fattore" con una certa gradualità», per arrivare anno dopo anno a regime, una situazione per la quale si calcola una spesa di circa 16 miliardi. Il Forum ipotizza vari processi graduali, come la partenza dalle famiglie più povere, oppure un frazionamento del parametro del costo di mantenimento del singolo all’inizio per arrivare in 4-5 anni a regime. Assegni familiari. Una integrazione degli assegni familiari con l’Irpef deve passare necessariamente attraverso la dichiarazione dei redditi. Il Forum osserva che sarebbe meglio, però, mantenere a livello di Inps la Cassa assegni familiari (finanziata con il contributo dei lavoratori dipendenti) estendendo a tutte le famiglie contribuzioni e benefici. La Cassa però dovrebbe essere controllata da parte delle famiglie. Federalismo. La proposta del Forum tiene presente anche la prossima introduzione del federalismo fiscale, per questo sostiene che la "No tax area" dovrebbe rimanere tale a tutti i livelli nazionale, regionale e comunale.
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