martedì 4 febbraio 2014
​Il cardinale di Milano è intervenuto in Consiglio regionale della Lombardia parlando di "resistenze paradossali" nei confronti degli stranieri.  VIDEO
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"Gli immigrati sono una potenzialità, ma se non ci decidiamo a tradurre questo processo di meticciato di civiltà in una possibilità effettiva, il nostro futuro sarà più difficile": è l'appello lanciato dal cardinale Angelo Scola nel suo intervento al Consiglio regionale lombardo accanto al presidente Raffaele Cattaneo e al governatore Roberto Maroni. (Vedi il video dell'intervento da Chiesadimilano.it) Il cardinale ha stigmatizzato la situazione paradossale che vive la Lombardia in relazione alla presenza degli stranieri. "In Lombardia ci troviamo di fronte al paradosso di una apertura crescente alla realtà internazionale per quanto riguarda l'economia e l'export e, dall'altra parte, ci sono perplessità se non vere e proprie resistenze nel modo con cui affrontiamo la realtà destinata a crescere dell'immigrazione".

Scola ha ringraziato il Consiglio per l'invito, definendolo "un gesto di amicizia civica, con cui viene riconosciuto l'apporto che la Chiesa ambrosiana vuole offrire alla società plurale che oggi caratterizza anche la nostra Regione". Nell'aula del Pirellone, il cardinale ha invitato a riflettere sul fatto che "la famiglia, nel senso classico del termine, costituisce una notevole potenzialità ma la mancanza di adeguate politiche familiari le impedisce di essere una possibilità efficace per costituire il futuro". "I cattolici - ha proseguito più oltre -, come tutti i lombardi, vivono in prima persona il travaglio della nostra società in questo inizio del Terzo Millennio. La crisi economica che stiamo vivendo e che segna in profondità il presente della Lombardia è molto più grave di quanto le nostre previsioni abbiano immaginato: per durata, per estensione, per capacità di fiaccare la nostra speranza". In generale, ha sostenuto l'arcivescovo di Milano, esiste "una certa frustrazione" che "diffonde un disagio palpabile, anche se non sempre ben identificato" e che porta a qualcosa che "può essere chiamato disagio di civiltà". Per Scola, che ha parlato per circa mezz'ora dal banco della presidenza, "si può dire che la nostra Regione ha bisogno di un nuovo umanesimo che non disgiunga il progetto storico da una costruttiva discussione sull'umano e sull'ideale, discussione impegnativa certo, ma carica di speranza per una effettiva rinascita". A stretto giro di posta la replica di Maroni che non ha raccolto la sollecitazione sugli immigrati ma si è limiato a dire che la Regione si occuperà in maniera prioritaria "per sostenere i più deboli, gli anziani, i malati, i non autosufficienti e le loro famiglie", perché "non vogliamo lasciare indietro nessuno: questo, credo, fa la vera differenza in una società moderna". Secondo Maroni, "chi governa deve preoccuparsi di tutelare l'uomo con tutti gli strumenti che possiede". Davanti a Scola, il governatore ha anche assicurato che "nella perdurante crisi economica che stiamo attraversando, il nostro primo impegno, come governo della Regione, è quello di tutelare l'occupazione e sostenere i lavoratori e le aziende che attraversano un momento di forte difficoltà". Dicendosi "lieto e grato" della presenza dell'arcivescovo nell'Aula del Pirellone, Maroni ha parlato di "profonda sintonia" con Scola sulla "necessità di un nuovo umanesimo" e sul "richiamo molto attuale, in riferimento all'Expo, alla sobrietà e al necessario mutamento degli stili di vita".Più diretto il capogruppo Massimiliano Romeo, che ha ripetuto uno dei "ritornelli" cari alla Lega. "Al cardinal Scola ho personalmente riferito della necessità di aiutare i popoli a casa loro, affinché non siano costretti all'immigrazione di massa e adessere sradicati dal proprio territorio" ha detto a margine del Consiglio. La presenza di Scola in Consiglio regionale è stata contestata dai consiglieri del Movimento 5 Stelle che hanno abbandonato l'aula. I grillini avrebbero voluto prendere la parola per criticare la scelta di ospitare l'arcivescovo di Milano in una sede "laica" e hanno indossato al braccio un bavaglio bianco. Il resto dell'aula ha invece applaudito a lungo l'ingresso di Scola.

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