lunedì 22 luglio 2013
Sanità a velocità ridotta. Ambulatori chiusi. Garantite operazioni d'urgenza. L'adesione è stata massiccia: oltre il 70% dei camici bianchi ha risposto all'appello delle organizzazioni sindacali.
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Sanità a velocità ridotta a causa dello sciopero nazionale dei medici. L'adesione è stata massiccia: secondo il cartello intersindacale dei medici e veterinari, che riunisce la maggior parte delle sigle che hanno partecipato alla protesta, oltre il 70% dei camici bianchi hanno risposto positivamente all'appello delle organizzazioni.

I medici chiedono "politiche di salvaguardia e rilancio del servizio pubblico e nazionale che in maniera strisciante sta tagliando quantità e qualità dei servizi; la fine di un abuso dei contratti atipici che ha creato un precariato di lunga durata" e, fra le altre cose, "il miglioramento delle condizioni di lavoro negli ospedali, peggiorate da un feroce e indiscriminato blocco del turnover che determinerà nei prossimi 4 anni una carenza di circa 30.000 medici". Pochi posti letto negli ospedali, pochi sbocchi per i giovani medici, sempre più tentati dalla fuga all'estero, denunciano le sigle sindacali. Il personale sanitario in sciopero auspica che "la politica sia capace di recepire il segnale di allarme" espresso con questa protesta.

I disagi non sono mancati. L'Intersindacale sottolinea che, nonostante l'ampia adesione, sono state "garantite comunque le prestazioni urgenti e indifferibili". Secondo il segretario regionale Cimo-Asmd del Lazio, Giuseppe Lavra, i problemi avvertiti dai pazienti sono stati minimi: "Malgrado la grande adesione allo sciopero, nelle strutture sanitariei problemi sono stati contenuti".Ma gli utenti hanno trovato gli ambulatori chiusi e gli interventi non urgenti sono stati rimandati. I disagi sono stati limitati quando è stato possibile avvertire i pazienti in anticipo.

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