giovedì 8 marzo 2012
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​Caro direttore,
il gioco d’azzardo è diventato un vero e proprio problema sociale che deve essere affrontato e risolto senza esitazioni. Secondo le ultime rilevazioni statistiche vengono spesi 76 miliardi di euro, provenienti dai bilanci familiari, con particolare riferimento alla roulette online e al poker cash. Un importo pari al doppio della manovra "Salva Italia". Si tratta di un settore in cui spesso possono nascere vere e proprie psicopatologie da gioco. E dove, tra l’altro, si può infiltrare pericolosamente la criminalità organizzata. I nostri giorni vedono, in ormai troppi casi, forme di dipendenza da Internet, tappeti verdi online, videogiochi definiti come "ludopatie". Ritengo che le istituzioni debbano intervenire con determinazione, attraverso provvedimenti incisivi, che tutelino il cittadino e con una attenzione particolare sui minori. Da presidente del Senato mi impegno a vigilare per assicurare corsie privilegiate per questi disegni di legge.
Diversi autori considerano l’"Internet addiction", una forma di dipendenza che presenta affinità con il disturbo da abuso di sostanze. Infatti, il termine "addiction" non si riferisce solo a quelle forme di dipendenze che presentano l’abuso di sostanze psicoattive ma si riferisce anche ad una varietà di disturbi comportamentali quali il gioco d’azzardo "patologico". Anche per questo sarebbe indicato che le forme di pubblicità dei giochi d’azzardo siano regolamentate strettamente come accade per le sigarette e vengano anche previsti avvisi che mettano in guardia dal pericolo per l’uso improprio ed eccessivo.
Il tema della diffusione del gioco d’azzardo, delle ludopatie, della dipendenza da Internet, apre un nuovo capitolo sociale e sanitario nel nostro Paese che non deve essere sottovalutato ma deve essere risolto con professionalità e determinazione. Si tratta di una esigenza ormai divenuta inderogabile. Una questione di civiltà.
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