mercoledì 18 gennaio 2012
Fu completamente virato a dritta come per evitare un ostacolo in extremis. Scontro alla Procura di Grosseto sulla scarcerazione del comandante. Ora nel mirino dei magistrati ci sono i "saluti ravvicinati" alle isole.
«Torni sulla nave!». La telefonata tra Capitaneria e Schettino
Il testo dell'ordinanza del gip di Grosseto
L'errore e il senso di Giuseppe Anzani
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Specifiche indagini sul timone della nave Costa Concordia sono state decise dagli inquirenti per ricostruire la manovra verso il Giglio e l'impatto contro lo scoglio. Secondo quanto appreso il timone fu completamente virato a dritta come se la nave, arrivando ad alta velocità, dovesse evitare l'ostacolo all'ultimo momento.Il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, è stato sospeso dalla compagnia Costa Crociere, che si è dichiarata parte offesa nel naufragio. Lo ha detto un avvocato della compagnia, Marco De Luca, uscendo dalla procura di Grosseto, che ha in mano le indagini."INCHINI" DELLA COSTA, PARTE L'INDAGINECosta Crociere aveva annunciato di volersi costituire quale parte lesa nel processo contro Schettino. Ma la compagnia ora rischia di finire sotto inchiesta. Il procuratore di Viareggio nega che oltre al comandante e all’ufficiale Ciro Ambrosio vi siano altri indagati. La polizia giudiziaria sta però cercando risposte ad almeno un paio di domande: cosa si dissero Schettino e l’armatore nel corso delle tre telefonate precedenti il mayday? Costa Crociere ha mai, anche "involontariamente", incentivato «saluti ravvicinati» alle isole?Intanto è duello tra la procura ed il giudice delle indagini preliminari, che ha mandato il capitano del Concordia ai domiciliari: «Non sussiste il pericolo di fuga, né quello di inquinamento delle prove: Francesco Schettino – secondo il gip di Grosseto, Valeria Montesarchio – potrebbe invece reiterare il reato», queste le motivazioni per cui il giudice della città toscana ha concesso i domiciliari. Di tutt’altro avviso la procura, secondo la quale Schettino potrebbe scappare all’estero, perciò il pm annuncia ricorso al tribunale del Riesame per ottenere che il comandante ritorni in cella.Davanti ai magistrati Schettino è stato «parzialmente collaborativo», si è definito come «un bravo comandante» che, secondo il giudice, «guardava la nave affondare» dallo scoglio «su cui è rimasto più di un’ora in situazione di completa inerzia». Nel corso dell’interrogatorio davanti al gip, Schettino non ha mai scaricato colpe sulla Compagnia. Negli uffici della procura di Grosseto è però arrivata anche la copia di una pagina internet del 26 settembre 2010. È un estratto dal sito "C. Blog" di Costa Crociere, rimosso e poi ripubblicato, nel quale si lodava il «saluto a Procida» effettuato il 30 agosto 2010, un "inchino" fuori programma. La Costa Concordia, come testimoniano diversi video, «ha omaggiato con il suo saluto e con la sua breve sosta nella rada della Corricella, l’isola di Procida, tutto ciò – si legge – grazie al comandante Francesco Schettino, di Meta di Sorrento. Una grande emozione non solo per i procidani ma anche per i numerosi turisti presenti». Se questi "inchini" fossero davvero una consuetudine tollerata dalla compagnia di navigazione, la procura di Grosseto potrebbe iscrivere Costa nel registro degli indagati in base alla legge sulla responsabilità oggettiva di enti e società per i reati commessi dai propri dipendenti, nel caso in cui la condotta illecita sia stata realizzata nell’interesse o a vantaggio del datore di lavoro.Secondo fonti investigative è assai probabile che Schettino avesse minimizzato l’impatto con gli scogli anche con i vertici della sua compagnia. Stando ai tabulati telefonici già acquisiti, Schettino sente Roberto Ferrarini (manager delle operazioni marittime e dell’unità di crisi della Costa) per la prima volta alle 22.05. Seguirà una seconda breve conversazione e poi l’ultima poco dopo le 22.45. Né Costa né Ferrarini su questo punto hanno diffuso alcuna precisazione. Alle 22.58, Schettino si deciderà a lanciare il "mayday", dopo che alcuni ufficiali avevano già calato le prime scialuppe inscenando un ammutinamento con pochi precedenti.Secondo il gip, «il fatto che altro personale ed altri ufficiali ancora sulla nave si adoperavano in ogni modo per consentire lo sbarco dei passeggeri smentisce oggettivamente quanto dichiarato dal comandante sulla oggettiva impossibilità di dirigere e gestire le procedure di emergenza e soccorso».Intanto si arricchisce di un nuovo capitolo misterioso l'inchiesta sul naufragio della nave Costa Concordia. Sulla plancia di comando, oltre al comandante Francesco Schettino e agli ufficiali, c'era una donna straniera, bionda, che che non farebbe parte dell'equipaggio e nemmeno sarebbe registrata fra i passeggeri. Potrebbe essere la stessa donna che fino alle 21.05 era a cena con il comandante. Schettino, in realtà durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip avrebbe detto che la donna in questione era ospite di un altro ufficiale ed era stata invitata in plancia ad assistere dalle vetrate del quadrato di comando allo spettacolodell'isola del Giglio illuminata. Il nome della donna è stato messo a verbale da Schettino, ma non risulta nell'elenco dei passeggeri. Ora i pm vogliono ascoltare la ragazza. La sua presenza, insieme alla telefonata con il commodoro Mario Colombo a cui era dedicato 'l'inchinò, potrebbe essere una delle cause della distrazione del comandante e degli ufficiali. C'è poi la testimonianza di un sopravvissuto che ieri sera ha raccontato alla trasmissione 'Chi l'ha visto?' su Rai Tre, di aver osservato, verso le 21.15, arrivare Schettino al ristorante all'ultimo piano abbracciato a due donne, una mora e l'altra bionda. Quest'ultima potrebbe essere la misteriosa donna, mentre non si sa nulla sull'identità dell'altra. Ufficiali e comandanti hanno a disposizione un certo numero di posti discrezionali per invitare, senza che il commissario di bordo lo registri, amici e parenti. Anche su questo i pm vogliono indagare, per capire se ci fossero altre persone a bordo non registrate. Nello Scavo

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