mercoledì 17 giugno 2015
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​Gli accordi di Schengen prevedono la libera circolazione dei cittadini e delle merci negli stati aderenti. In casi eccezionali i singoli Paesi aderenti possono sospendere gli effetti  dell’intesa. L’Italia ha firmato nel 1990, la Spagna e il Portogallo nel 1991, la Grecia nel 1992, l’Austria nel 1995, la Finlandia e la Svezia nel 1996, anche la Danimarca nel 1996, ma con uno statuto adattato, mentre la Repubblica ceca, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, l’Ungheria, Malta, la Polonia, la Slovenia e la Slovacchia nel 2007. L’Irlanda e il Regno Unito partecipano, dal canto loro, solo parzialmente, in quanto sono stati mantenuti i controlli alle loro frontiere. Anche la Bulgaria, Cipro e la Romania applicano solo parzialmente l’acquis di Schengen, poiché è ancora necessaria una decisione del Consiglio dell’Unione europea prima che possano essere eliminati i controlli alle frontiere di questi paesi. Anche quattro paesi terzi fanno parte dello spazio di Schengen. La loro partecipazione al processo decisionale è tuttavia limitata: l’Islanda e la Norvegia dal 1996 e la Svizzera e il Liechtenstein dal 2008. I paesi candidati all’adesione all’Unione europea devono aver accettato integralmente l’accordo Schengen al momento della loro adesione.
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