venerdì 10 giugno 2016
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Manette per chi inciterà al negazionismo o al genocidio: lo prevede la legge definitivamente approvata dall'Aula della Camera l'8 giugno dopo una lunga "navetta" con il Senato. Negare la Shoah, la persecuzione e genocidio del popolo ebraico, non sarà più possibile. Ma non sarà più possibile anche propagandare idee fondate sul razzismo e l'odio etnico e commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi. Le pene sono severe. Il testo approvato a Montecitorio prevede, in particolare, la reclusione fino ad un anno e sei mesi o la multa fino a 6.000 euro per chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. La reclusione andrà da sei mesi a quattro anni per chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Viene, quindi, vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo che abbia tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi: chi vi parteciperà rischierà sei mesi a quattro anni di prigione, che passeranno da uno a sei anni per chi quelle associazioni promuove o dirige. Viene quindi prevista nell'ordinamento penale la reclusione da 2 a 6 anni, nei casi in cui la propaganda, l'istigazione e l'incitamento si fondino "in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra" come vengono definiti dallo Statuto della Corte penale internazionale.
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