giovedì 19 gennaio 2012
Rinascita a Napoli: il polo universitario offrirà un’occasione di riscatto al rione. Oggi il Cipe sbloccherà i 20 milioni di euro necessari per realizzare il progetto entro il 2014. A sostenerlo anche molte parrocchie della zona e numerosi giovani studenti.
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​Non sarà un monumento all’inefficienza e all’indifferenza il cantiere della programmata facoltà di Medicina a Scampìa. Nell’odierna riunione il Cipe stanzierà i 20milioni di euro che consentiranno al progetto di ripartire e di essere completato entro il 2014. Accanto alle risorse del governo anche i 5milioni di euro garantiti dalla Giunta regionale della Campania per gli arredi e le tecnologie. Anche a Scampìa, nel quartiere più noto per la cronaca nera e per essere una delle maggiori piazze di spaccio europee, dunque i sogni e le idee possono diventare realtà. Grazie alla collaborazione tra le istituzioni - Università Federico II, Regione, Chiesa di Napoli - e soprattutto all’impegno, costante e volontario, di un gruppo di giovani universitari che frequentano le parrocchie del quartiere e che hanno dato vita nel maggio del 2010 al Comitato per l’università a Scampìa “Dateci Facoltà”. La proposta di dislocare in periferia un dipartimento di Medicina fu di Guido Trombetti, oggi assessore regionale, che da rettore della Federico II nel 2006 stipulò con la Regione un protocollo d’intesa mirato, cui sta dando seguito il suo successore Massimo Marrelli. In questi anni il progetto per un polo universitario sanitario nel quartiere, dove sorgeva la Vela H, è stato più volte rimaneggiato, anche a lavori avviati, e il cantiere infine chiuso per mancanza di fondi poiché l’amministrazione regionale bloccò la delibera che ne finanziava la realizzazione, a causa dello sforamento del patto di stabilità: così dei cinque piani previsti per la struttura circolare ne sono stati costruiti solo due. Da allora i cittadini di Scampìa si sono mobilitati con una petizione, che ha raccolto 10mila firme, e con incontri e confronti per sollecitare la realizzazione dell’università in quanto opportunità di sviluppo per il quartiere e simbolo di cultura da contrapporre ad una fama negativa. L’anno scorso finalmente il primo finanziamento della Regione e il battesimo del progetto con un nuovo nome: “Scampisan”. Oggi, quello che il governatore della Campania Stefano Caldoro considera «un passo in avanti fondamentale per la riqualificazione delle periferie». Il Polo ScampiSan, che ospiterà la facoltà di Scienze della Nutrizione, rappresenta per il quartiere della periferia nord di Napoli un’occasione di sviluppo da non perdere: permetterebbe di creare un “fortino” di cultura all’interno di Scampìa, che dia formazione ed opportunità di ricerca, e una struttura ambulatoriale in grado di offrire al territorio servizi di assistenza finalizzata, riducendo il costo dell’assistenza sanitaria nel quartiere. La salute dei cittadini di Scampia sembra infatti gravare sui conti pubblici in misura maggiore rispetto a quella delle altre zone della città poiché l’assenza di servizi sanitari adeguati è compensata con il day hospital o soluzioni simili, anche senza reale necessità.L’altro aspetto, non meno importante, è il flusso previsto di studenti - 2500 la cifra stimata - e di operatori e docenti che a Scampìa sbloccherebbe non meno di mille posti di lavoro nell’indotto. Adesso davvero i giovani possono annunciare: “Dateci Facoltà… di restare a Scampia con gioia”. Giovani che vorrebbero creare a Scampia il loro futuro e che credono che restare qui significhi lavorare per veder crescere non solo il proprio quartiere, ma Napoli.
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