giovedì 18 aprile 2013
​La procura di Imperia ha iscritto nel registro degli indagati l'ex ministro dell'Interno per abuso edilizio e finanziamento illecito ai partiti. Perquisizioni nella sua villa a Imperia. E da Roma il politico: «Non ho nulla da temere», ma «siamo arrivati all'apice di una violenza che sembra non volersi placare né arrendere».
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La procura di Imperia ha iscritto nel registro degli indagati l'ex ministro dell'Interno, Claudio Scajola, per abuso edilizio e finanziamento illecito ai partiti. Perquisizioni nella sua villa di Imperia sono state effettuate da parte della Polizia Postale e della Polizia municipale, su disposizione del pm di Imperia, Alessandro Bogliolo. Secondo l'accusa, vi sarebbero state irregolarità edilizie su lavori di ristrutturazione, per i quali peraltro Scajola aveva presentato a suo tempo una richiesta di sanatoria. La magistratura intende chiarire quali siano state le modalità di pagamento per alcuni lavori di ristrutturazione fatti all'interno della villa di Scjaola, Villa Giuseppina. L'ex ministro oggi è a Roma per seguire il voto per la presidenza della Repubblica ha così raccontato e commentato la vicenda: «Questa mattina alle 8 la polizia postale, esibendo un mandato di perquisizione a firma del sostituto procuratore Bogliolo, si è presentata presso il mio studio in via Matteotti (a Imperia, ndr) - ha riferito Scajola -. Alla stessa ora presso la residenza della mia famiglia, nella casa dei genitori di mia moglie, si è presentata un' altra pattuglia della polizia postale per eseguire analoga perquisizione. «L'ipotesi fantasiosa da parte della procura - ha continuato l'ex ministro - è che i pagamenti per la ristrutturazione della nostra abitazione negli ultimi dieci anni sarebbero inferiori al valore effettivo, con conseguente accusa di ipotetico finanziamento illecito. Insomma, avrei pagato meno i lavori effettuati nel tempo. Confermo, al contrario, che tutto ciò che è stato fatto è avvenuto nell'assoluta regolarità e nella certosina fatturazione delle opere eseguite». Secondo Scajola, «siamo arrivati all'apice di una violenza che sembra non volersi placare né arrendere fino a quando qualcuno non riuscirà a sostenere qualcosa contro di me, magari, provo a indovinare, prima delle prossime imminenti elezioni. Anche qui, ancora una volta, non ho da temere nulla. Se quello che vogliono è la mia vita, ebbene, ammetto che oggi per l'ingiustizia manifesta con la quale si attua una persecuzione, un altro colpo al cuore l'ho accusato».
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