martedì 2 marzo 2010
L'ex amministratore delegato di Fastweb si difende e nega di aver mai conosciuto personaggi chiave dell'inchiesta come Gennaro Mokbel e il senatore Di Girolamo. Polemica del Pd sulle dimissioni di quest'ultimo: con le semplici dimissioni (e senza la preventiva dichiarazione di decadenza) il senatore azzurro conserverebbe alcuni benefici.
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"È provato, ma sereno e soprattutto respinge le accuse". Così l'ex amministratore delegato e fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia si è difeso nel corso dell'interrogatorio nel carcere di Regina Coeli condotto dal Gip Aldo Morgigni e dai pm Giancarlo Capaldo, Francesca Passariti e Giovanni Di Leo. "Scaglia - ha detto l'avvocato difensore Pier Maria Corso - ha escluso di avere delle responsabilità, ha ribadito la propria estraneità e affermato che la società è vittima di quanto avvenuto". L'indagato ha inoltre ribadito di non aver mai conosciuto personaggi chiavedell'inchiesta come Gennaro Mokbel e il senatore Di Girolamo."Stiamo cercando di evitare una soluzione eccessiva (come il commissariamento, ndr) rispetto all'obiettivo di correttezza e trasparenza nelle questioni societarie", ha dichiarato l'avvocato Franco Coppi, legale di Fastweb, dopo l'udienza svolta davanti al gip Aldo Morgigni. A chi gli chiedeva se è stato proposto un cambio ai vertici aziendali o una vigilanza più serrata, il penalista ha risposto così: "Non siamo arrivati a questo tipo di articolazioni". Sul fronte delle indagini, intanto è da registrare che si è costituito un altro latitante, l'avvocato Paolo Colosimo, destinatario di una misura cautelare in carcere firmata dal gip Morgigni per i reati di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, di intestazione fittizia di beni aggravata dal favoreggiamento di associazione mafiosa, di minaccia per impedire l'esercizio del diritto di voto e di scambio elettorale, il tutto con l'aggravante del metodo mafioso. Il legale si è costituito negli uffici della procura di Roma. Prima di consegnarsi ai magistrati Colosimo ha detto: "Mi accusano di essere, in qualità di difensore di un mafioso come Pugliese, il legame tra Mokbel e Di Girolamo, eletto all'estero con i voti della 'ndrangheta. Ma è tutto così assurdo, sono contestazioni infondate che sono pronto a respingere documentalmente". Il caso Di Girolamo. Sul fronte politico, invece, la maggioranza al Senato ha imposto il voto sulle dimissioni del senatore Di Girolamo sul quale pende la richiesta di autorizzazione all'arresto da parte della procura di Roma per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e altri reati legati alla sua elezione con l'aggravante del metodo mafioso. L'opposizione aveva chiesto, invece, di votare prima le mozioni sulla decadenza. Questo il risultato della Conferenza dei Capigruppo. La decisione della maggioranza dovrà essere confermata oggi pomeriggio dall'aula del Senato. "Con le dimissioni il senatore Di Girolamo conserverebbe alcuni benefici, ad esempio il fondo di solidarietà", ha spiegato la Presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, che torna a chiedere la decadenza del senatore del Pdl.
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