martedì 26 luglio 2016
A fronte di un leggero calo di arrivi rispetto all’anno scorso (sono 88.351, 600 in meno) esplode il fenomeno dei bambini che viaggiano senza genitori. Centri al collasso. INTERVISTI Gelli: «Accoglienza: gli hotspot non funzionano»
Sbarchi, in 5 giorni 1.040 minori soli
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L’allarme che le organizzazioni umanitarie lanciano ormai da settimane ha preso forma nei dati ufficiali del Viminale soltanto ieri: nell’estate della sostanziale “parità” di sbarchi rispetto al 2015 (anzi, a ieri si sono contati persino 600 arrivi in meno, 88.351 per l’esattezza) a esplodere è l’emergenza dei minori non accompagnati. Che per il ministero dell’Interno al 15 di luglio erano 11.520, cioè già quasi quanto il totale raggiunto a dicembre dell’anno scorso (12.360). Ma che negli ultimi cinque giorni, con il drammatico record di 1.040 arrivi, hanno raggiunto i 12.520. Oltre il doppio del 2015. Caso nigeriane. Proprio guardando agli ultimi sbarchi ci si rende conto della consistenza del fenomeno: su circa 8mila migranti salvati nel Mediterraneo dal 20 luglio, oltre 1.000 erano minori non accompagnati. Uno su otto. Con un fenomeno che Save the children denuncia con forza ad Avvenire: l’aumento esponenziale di ragazzine nigeriane sole. Le autopsie sui corpi delle 21 donne annegate nel gommone soccorso dall’Aquarius d’altronde lo confermeranno già nelle prossime ore: molte di quelle vittime erano minori. Sedici anni, in alcuni casi meno. Alle spalle l’orrore che i centri di detenzione libici. Davanti, per molte, la strada della tratta ad attenderle giù sulla banchina del porto, o appena fuori dai centri di accoglienza: «Per questo motivo ribadiamo con forza la necessità che per questi minori, i più vulnerabili fra i vulnerabili – spiega Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the children – ci sia un percorso protetto, ben inquadrato, che la politica decida al più presto con una legge sul percorso di accoglienza che deve essere loro dedicato». Il dramma di Sabrata. Il dato l’ha confermato proprio nei giorni scorsi l’Organizzazione internazionale delle migrazioni: tremila persone annegate in mare nei primi 6 mesi del 2016, quasi il doppio del 2015. La soglia è stata superata sabato, quando sulle spiagge libiche di Sabrata sono stati ritrovati 41 cadaveri. Sarebbero morti cinque o sei giorni prima, un gruppo di volontari li ha individuati, raccolti e trasferiti proprio a Sabrata per il prelievo del dna e la sepoltura. Di solito, hanno raccontato, «ne troviamo uno o due al giorno. In questo caso si tratta di un numero eccezionalmente elevato». Ospitalità sotto stress. L’Italia è comunque chiamata in queste ore alla gestione di un numero straordinario di ospiti: 138.312 secondo il Viminale, contro i 103mila dell’anno scorso e gli appena 66mila del 2014. Un sistema quasi al collasso, chiamato al doppio dello sforzo in due anni, con la maggior parte dei migranti (103.043) ospitata nel- le strutture temporanee e il resto distribuito tra i centri di prima accoglienza, i posti Sprar e gli hotspot. La mappa dell’accoglienza è uniforme: è la Lombardia la regione con più stranieri ospitati (18.008, pari al 13% del totale), seguita da Sicilia (14.096, il 10%) e Campania, Veneto e Lazio (tutte con 10mila, pari all’8% del totale). «Abbiamo però bisogno della collaborazione dei Comuni – è il commento del ministro Alfano –. Noi ci muoviamo secondo una linea pratica, che è quella di non caricare nessuno di un peso insostenibile. Ma c’è bisogno di tutti». Gli arresti. Meno eclatanti i numeri sugli scafisti individuati e fermati fra i migranti. Da gennaio ad oggi sono stati 98 (tra cui 21 minori), contro i 147 totali del 2015. Nel weekend sono scattati 5 arresti, due a Pozzallo, uno a Crotone e uno a Cagliari, dove la nave norvegese Siem Pilot è approdata domenica mattina con un carico di 931 persone.
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