venerdì 9 agosto 2013
Durante la traversata sono morti due somali: un uomo e un bimbo di sette anni partito con la madre. Da domenica sono gia cinque i morti. A Lampedusa spazi esauriti. Arrivi senza fine anche in Calabria.
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Stremati dall’odissea in mare un uomo e un bambino somali sono morti a bordo di uno dei gommoni alla deriva nel Canale di Sicilia. Domenica scorsa tre donne erano decedute al largo della Libia.Notizie drammatiche in una giornata con quasi 800 sventurati soccorsi dalle autorità italiane. Delle ultime due vittime dei trafficanti di uomini hanno parlato i 103 superstiti, alcuni dei quali in condizioni di salute piuttosto precarie. Anche per loro si è ripetuto il triste rito dei naufraghi: «Abbiamo dovuto lasciarli al mare», hanno detto. Il bambino, dell’età di sette anni, viaggiava con la madre. La donna si è chiusa in un silenzio che operatori e inquirenti non sono riusciti a scalfire.A metà mattinata già si era capito che quella di ieri non sarebbe stata una giornata come le altre. In poche ore sulle coste siciliane sono sbarcate 341 persone. Erano tutti diretti a Lampedusa, ma nel centro d’accoglienza non c’è più un angolo libero. Così due dei tre barconi avvistati nella mattinata sono stati scortati verso altre mete. Un battello con 150 persone ha raggiunto in tarda serata Porto Empedocle (Agrigento) e di un secondo barcone, con oltre 100 persone, è stato portato ad Augusta (Siracusa). Soltanto al barcone con 84 persone a bordo è stato consentito l’approdo a Lampedusa, dove per tutta la giornata si sono susseguiti voli aerei allo scopo di trasferire i migranti e alleggerire il Centro di primo soccorso isolano.Il lavoro degli uomini della Marina e della Guardia di Finanza non ha conosciuto soste. Come il caso della "Libra", la prima unità della Marina comandata da una donna. «In queste situazioni – ha spiegato il comandante, Catia Pellegrino – si può agire e reagire solo come esseri umani, con l’orgoglio di sapere che i propri uomini hanno trascorso la notte in bianco e sono tuttora impegnati in eventi di soccorso». Appena rientrata dal soccorso di 102 persone, la Libra ha dovuto riprendere il mare per soccorrere un gruppo di 150 immigrati. «Le nostre unità sono sempre pronte ad affrontare queste situazioni, grazie anche alla presenza di personale medico a bordo che può prestare il dovuto soccorso, anche alle donne in gravidanza, come è successo questa notte», ha raccontato Pellegrino.Nelle stesse ore altre carrette del mare sono state avvistate nei pressi delle coste calabresi.A Roccella Ionica, nella Locride, ne sono sbarcati 96, tutti siriani, tra cui 40 uomini, 16 donne e 40 bambini, il più piccolo di soli due mesi. Al loro arrivo gli immigrati hanno raccontato di essere partiti da un porto della Siria a bordo di una grande nave dalla quale, in acque internazionali, sono stati trasbordati sul peschereccio di una quindicina di metri. Il peschereccio è stato individuato ad una cinquantina di miglia al largo delle coste calabresi da un aereo islandese impegnato nei pattugliamenti del dispositivo europeo Frontex. Immediatamente dopo sono partite le vedette della guardia di finanza e della guardia costiera.Nei giorni scorsi, in occasione di un altro sbarco, sono stati identificati e arrestati tre scafisti: due siriani e un egiziano da cui si spera di poter ottenere informazioni sui boss del traffico di esseri umani. Dai primi accertamenti è emerso che il viaggio sarebbe durato tra 12 e 14 giorni e sarebbe costato tra 2 mila e 4 mila dollari a testa. La partenza sarebbe avvenuta da porti della Turchia e della SiriaIntanto a Roccella Jonica la situazione si sta facendo pesante. La città non dispone di un centro di accoglienza e il comune ha messo a disposizione immobili pubblici dove accogliere i migranti.
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