mercoledì 20 novembre 2013
​Sedici morti e un disperso: è il bilancio dell'alluvione che ha colpito il nord dell'isola. Tra le vittime due bambini di 2 e 3 anni. Gabrielli: «In 24 ore è caduta la pioggia di sei mesi». E la Protezione civile emana un nuovo allerta. L'Europa: pronti a intervenire (di Mario Girau).
LE STORIE Tenta di salvare il figlioletto, muoiono abbracciati / Vivevano nello scantinato, famiglia brasiliana in trappola
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L'unica notizia buona di tutta la giornata, arriva intorno alle 7 di sera quando le agenzie annunciano il ritrovamento di un disperso di Torpé, nel Nuorese. Così che la tragica contabilità perde un addendo, tornando a quota 16 (due sono bambini e due adolescenti) mentre una persona resta ancora da trovare.Il passaggio del ciclone Cleopatra ha lasciato la Sardegna in ginocchio: oltre alle vittime, e ai tanti feriti quasi 3mila persone sono costrette fuori casa, in alberghi o da amici e parenti.Il governo ha decretato lo stato di calamità e stanziato 20 milioni di euro per i primi aiuti, 5 milioni finanziati dalla giunta regionale sarda. Ci vorranno enormi risorse per rimettere in piedi Olbia e l’intera Gallura, la Baronia, sulla costa centro-orientale, il nuorese e alcuni aree del Campidano. «In sole 24 ore – ha detto Franco Gabrielli, capo della Protezione civile – è sceso un quantitativo di pioggia pari a sei mesi con punte di 450 millimetri nella zona di Orgosolo nelle ultime 12 ore». L’allarme, ha detto Gabrielli, per un evento di elevata criticità» era stato lanciato domenica. E non è finita:la stessa Protezione civile ha lanciato un nuovo bollettino in cui si mette in gurdia pwer la possibilità di altri fenomeni a carattere di rovesci i temporali.Il presidente regionale Ugo Cappellacci ha parlato di un dramma di “dimensioni apocalittiche”. A Nuoro chiuse tutte le scuole. A Olbia l’amministrazione comunale ha proclamato il lutto cittadino in coincidenza con i funerali delle nove vittime dell’alluvione della città che si svolgeranno oggi alle 15.30. Il commissario europeo Johannes Hahn si detto «pronto a valutare qualsiasi richiesta di auti arrivi dall’Italia nei prossimi giorni o settimane».

I segni più evidenti della distruzione sono a Olbia, che non solamente conta il maggior numero di morti, ma mostra un panorama di macerie. Strade distrutte, case e scantinati allagati, attività commerciali definitivamente compromesse, auto accartocciate l’una sopra l’altra. Il principale centro della Gallura, polmone turistico dell’isola, è una città triste, silenziosa, percorsa dalle jeep dell’esercito impegnato in un’altra testimonianza di solidarietà . Tra i primi ad arrivare in città il ministro della Difesa Mario Mauro. Una delle poche notizie buone arriva dal fronte della solidarietà: la rete funziona. Anche quella generata da internet. Il Comune ha trovato alberghi, le seconde case, conservate gelosamente per i turisti, si aprono agli sfollati. Per parenti e amici si aggiunge un posto a tavola. Ma dal fango emergono anche le storie di chi ha perso tutto. Don Gianni Sini è parroco della parrocchia Nostra Signora de la Salette, zona periferica di Olbia. La morte ha bussato alla porta della comunità di don Gianni. «Una signora assidua nella nostra parrocchia ha perso - dice il sacerdote - il marito e il figlio di tre anni». Le parrocchie, aggiunge don Gianni, si trasformeranno in tante centrali della carità: ogni locale libero servirà per tamponare la richiesta di alloggi d’emergenza.

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