giovedì 21 novembre 2013
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«La mano dell’uomo non è estranea a questa catastrofe. Bisogna imparare a rispettare il creato, le sue leggi e i suoi ritmi. Far tesoro della storia che gli eventi ci stanno consegnando». È uno dei passaggi più intesi dell’omelia pronunciata a Olbia dal vescovo di Tempio-Ampurias, Sebastiano Sanguinetti, ai funerali per le vittime dell’alluvione. Giornata di dolore e di commozione, quella di ieri. La Sardegna si è fermata per ricordare i suoi morti. Bandiere a mezz’asta e lutto cittadino a Olbia, e in tutta l’isola. Spazio alle preghiere e al ricordo. In mattinata si erano tenute a Tempio Pausania le esequie dei coniugi Bruno Fiore, 68 anni e Sebastiana Brundu, 61 e della consuocera Maria Loriga, 54. Nel pomeriggio, a Uras nell’Oristanese, cerimonia funebre dell’anziana morta annegata la sera di lunedì. Domani nella chiesa del Sacro Cuore a Nuoro sarà celebrato il funerale di Luca Tanzi, il poliziotto morto sulla strada per Dorgali mentre scortava un’ambulanza. Momento di grande intensità le esequie di nove delle sedici vittime al Geopalace di Olbia, un paradiso delle vacanze trasformato in un tempio di dolore. A centinaia sono arrivati, con le facce stravolte e gli occhi rossi dal pianto. C’erano anche i compagni della scuola materna del piccolo Enrico, inghiottito a tre anni dalla furia dell’acqua, con papà Francesco che ha lottato invano, fino alla fine, per metterlo in salvo. Accompagnati dalle loro maestre hanno portato una nuvola di palloncini bianchi che hanno lasciato volare via al termine della funzione. Poi la seconda piccola bara bianca. Quella di Morgana, morta a due anni con mamma Patrizia. Il vescovo Sanguineti nella sua omelia ha ricordato tutte le vittime della sciagura che ha investito la Sardegna, dal poliziotto precipitato in una voragine con l’auto, alla famiglia brasiliana annegata nello scantinato in cui abitava. Dal presule arriva un incoraggiamento chiaro ed energico a «rimboccarsi le maniche e a riprendersi il futuro». Sottolineando come la ripresa che permetterà alla Sardegna di rialzarsi in piedi non dovrà però avvenire mettendo in secondo piano il rispetto per l’ambiente.Sulla stessa linea il sostituto della Segretaria di Stato vaticana, monsignor Angelo Becciu, che ha preso la parola al termine dei funerali per portare il messaggio di «solidarietà e condivisione» del Papa. «Come figlio di questa terra – ha detto – mi unisco con profondo affetto alla preghiera di suffragio per questi fratelli e sorelle strappati ai loro familiari da una morte crudele. Con tutti i sardi, condivido le legittime attese e speranze per un futuro più sicuro e sereno. Papa Francesco – ha concluso Becciu –  è spiritualmente presente in mezzo a noi per condividere la vostra angoscia, per invitare tutti a sperare senza cedere allo sconforto, per auspicare vivamente che il rispetto della natura e la necessaria cura del territorio possano evitare in futuro simili devastanti tragedie»
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