martedì 5 gennaio 2010
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Da una parte c’è la mastodontica macchina del servizio sanitario pubblico, a cui si rivolge, spesso per necessità, la maggior parte dei cittadini. Dall’altra istituti, cliniche e strutture private, che servono soprattutto chi può permetterselo. Ma che in alcune specifiche aree di cura, ad esempio quelle odontoiatriche, oculistiche o psicoterapeutiche, finiscono per intercettare la maggioranza della domanda.Esiste però una terza via, quella del cosiddetto privato sociale: organizzazioni di natura privata, senza fine di lucro (non profit) ma anche costituite in forma d’impresa, che agiscono con finalità d’interesse generale. Unendo la capacità di operare con logiche di mercato con l’attenzione alle fasce sociali più deboli. Appartiene a quest’ultima categoria Welfare Italia Servizi, la nuova realtà costituita in forma di Srl dal Gruppo Cgm, "Consorzio Gino Mattarelli", la più grande rete italiana della cooperazione sociale (1.100 cooperative associate), protagonista del progetto più vasto e ambizioso di quel nuovo modello di welfare sanitario che è spesso al centro di teorizzazioni, ma di cui si fa fatica a vedere realizzazioni concrete. Un progetto a cui hanno aderito, in veste di principali finanziatori, Intesa Sanpaolo e Banco Popolare.Una rete di poliambulatori in tutta ItaliaL’obiettivo di WI, questo il marchio con cui la società si propone sul mercato, è quello di attivare ben 130 centri poliambulatoriali nei prossimi cinque anni, su tutto il territorio italiano. Con i primi 30 che dovrebbero essere operativi nel giro dei prossimi due anni, una ventina già entro la fine del 2010. Si tratta di un piano di sviluppo imponente, che farà nei prossimi anni di WI uno dei principali attori nel settore della cosiddetta sanità leggera, che punta sulla diffusione e il coordinamento di piccoli centri, e sul rapporto di vicinanza col territorio, rispetto al ricovero nelle grandi strutture ospedaliere. Un settore che si stima valga già oggi circa 55 miliardi di euro, ma che è destinato a crescere ancora a causa del prevedibile ampliamento dell’area dei bisogni sanitari dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione. Secondo l’ultimo rapporto Censis, la spesa degli italiani per la salute nell’anno della crisi è cresciuta, specie fra i meno abbienti. Per il 27,8% degli italiani è aumentata la spesa per analisi e radiografie a pagamento intero, per il 29,4% è aumentata la spesa per il dentista e il 35,6% ha visto salire la spesa per visite specialistiche a pagamento intero. In generale è peggiorata la possibilità di accesso alle prestazioni sanitarie: quasi il 40% di chi ha redditi bassi, infatti, vi ha dovuto rinunciare per motivi economici.La proposta di WI vuole caratterizzarsi per un’offerta di prestazioni (si veda il box in pagina) che siano di elevato livello qualitativo e allo stesso tempo accessibili, cioè a prezzi contenuti. Ma il vero fattore differenziante con cui WI intende qualificarsi sul mercato, anche per smarcarsi in maniera netta da modelli di sanità per così dire low cost che si stanno diffondendo e che puntano quasi esclusivamente sui bassi prezzi, ha soprattutto a che fare con la dimensione relazionale. Oltre alle cure, cioè, ai pazienti si offriranno ascolto e accoglienza, un cammino di cura condiviso e partecipato, un rapporto di fiducia. In modo che i centri vengano percepiti e vissuti dai pazienti come veri e propri consultori della cura, dove la relazione non si esaurisce nello scambio tra prestazione e compenso ma va ben oltre, cementandosi nel tempo e costituendo alla fine il reale valore aggiunto.Lo sviluppo col franchisingPer valorizzare al massimo il patrimonio di esperienze, conoscenze, valori e buone pratiche maturato da Cgm in più di venticinque anni di cooperazione sociale, l’organizzazione della rete dei centri WI si svilupperà secondo un modello di franchisingdi servizi. Ciò permetterà agli affiliati di avviare l’attività a costi molto inferiori rispetto a quelli di un’iniziativa indipendente, potendo contare ad esempio su prodotti finanziari appositamente concepiti (mutui, leasing), su processi di acquisto centralizzati per strumentazione e prodotti sanitari, come pure su campagne di marketinge comunicazione a sostegno dello sviluppo della rete. Che prevedono anche pianificazioni pubblicitarie mirate su media locali e la veicolazione di materiale informativo attraverso scuole e palestre, farmacie di quartiere, mercatini di zona, parrocchie e oratori. Per arrivare a parlare direttamente alle persone, alle famiglie, e iniziare da lì a costruire fiducia.
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