lunedì 5 agosto 2019
Nella sua nuova vita in Europa Sandrine non avrebbe mai potuto essere felice se non avesse potuto stringere di nuovo tra le braccia anche il figlio di 12 anni, Dijibril, fuggito da solo dalla Libia
Dopo il soccorso di Open Arms, Sandrine riabbraccia suo figlio a Madrid

Otto mesi fa aveva urlato il suo primo grido di "Boza" - che significa vittoria - mentre la nave Open Arms dopo una settimana in attesa di istruzioni dalle autorità marittime spagnole e altri tre giorni di navigazione riusciva ad approdare al porto di Algeciras, in Spagna. Era la missione di Natale per i soccorritori spagnoli che poi furono costretti a rimanere bloccati diversi mesi prima di poter tornare a effettuare salvataggi nel Mediterraneo centrale. Ma nella sua nuova vita in Europa, Sandrine non avrebbe mai potuto essere del tutto felice se non fosse di nuovo riuscita a stringere tra le braccia anche suo figlio, Dijibril.

Dopo nove mesi di separazione e di lontananza Sandrine e suo figlio quell'abbraccio se lo sono scambiati in aeroporto a Madrid, come mostrano le immagini del video girato dalla giornalista Fabiola Barranco per El Diario.

Dijibril approda a Malta. Sandrine in Spagna. L'ultima volta che si erano incontrati entrambi si trovavano ancora in uno dei centri di detenzione in Libia. Sandrine cercando una via di fuga rimase bloccata con le altre due figlie piccole dietro la recinzione, mentre Dijibril che era l'unico a essere riuscito a superarla e fuggire, si ritrovò però da solo a 12 anni a dover affrontare uno dei confini più letali al mondo, il Mediterraneo centrale.
E mentre Dijibril veniva soccorso da una motovedetta maltese e attendeva di capire cosa ne sarebbe stato del suo destino in un centro per migranti e separato dalle sue sorelle e da sua madre. La donna camerunese e le piccole restavano ancora intrappolate nel centro di detenzione libico, i cui orrori - come racconta la donna a El Diario - si vorrebbero solo cancellare dalla memoria.

Ci sono voluti altri mesi fino a che Sandrine a dicembre non riuscì a fuggire, a trovare posto in un gommone stracolmo, assieme alle sue bimbe piccole, e soprattutto ad avere la fortuna di essere soccorsa dalla nave della Ong spagnola Open Arms che le ha riconsegnato speranze per una vita nuova. In Europa assieme a tutti e tre i suoi figli.

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