martedì 23 agosto 2016
Uno dei fermati: "Legittima difesa. Noi vittime. Loro avevano le mazze e noi gliele abbiamo tolte". Il legale: nessun precedente e nessuna rappresaglia.
San Cono, l'avvocato smentisce i residenti

ANSA

COMMENTA E CONDIVIDI
“Non c'è stata alcuna premeditazione, perché non ci sono precedenti, ma soltanto un fatto congiunturale". Nel corso dell’udienza per la convalida del fermo tre ragazzi di San Cono accusati di avere aggredito tre minorenni egiziani, di cui uno ancora in coma, il legale degli italiani ha di fatto smentito tutte le voci circolate in Paese, su un clima di tensione e violenza da parte degli immigrati, sfociato in una reazione dei suoi assistiti. “Sulla stampa abbiamo letto di incidenti stradali, pallonate, cinghiate. Sono tutte cose fuori dalla realtà. Non c'è stata alcuna premeditazione, perché – ribadisce il penalista - non ci sono precedenti, ma soltanto un fatto congiunturale". Nelle stesse ore decine di cittadini di San Cono hanno inondato i social network con i loro commenti, non privi di insulti alla stampa e in particolare contro Avvenire, annunciando una manifestazione pubblica in sostegno dei tre giovani accusati di tentato omicidio. L’avvocato Pietro Marino, però, nega che vi siano stati screzi nei giorni precedenti che possono avere motivato una spedizione punitiva. "Sì siamo noi nel filmato, ma noi siamo le vittime, non gli aggressori. Le mazze le avevano in mano loro, noi gliele abbiamo tolte". Così Antonino Spitale, di 18 anni, e i fratelli Giacomo e Davide Severo, di 32 e 23 anni, al Gip di Caltagirone, Ettore Cavallaro, nell'udienza di convalida del loro fermo eseguito dai carabinieri nell'ambito delle indagini sul pestaggio di quattro egiziani minorenni. "All'uscita di San Cono - riferisce il penalista - 7-8 extracomunitari hanno aggredito per futili motivi il 18enne. I due fratelli Severo stavano passando e sono intervenuti per difendere l'amico. Uno dei due, che in auto aveva una pistola per giocare a softair l'ha impugnata per farli fermare. Hanno tolto loro le mazze da baseball, ma quelli che erano rimasti erano in possesso di colli di bottiglie e pietre e li hanno aggrediti, e loro si sono difesi. Sono loro le vittime". Una versione che contrasta con quanto fino ad ora raccolto dai carabinieri. E non è un caso che il legale, consapevole che la vicenda non si chiuderà in pochi giorni, dice che i fatti andranno accertati durante il processo. "Due dei miei assistiti che come ogni sabato e domenica si recavano in paese a comprare i dolci - ha aggiunto l'avvocato Marino - sono intervenuti per difendere il terzo indagato, il più giovane, proprio durante un'aggressione da parte degli egiziani. In pratica si sono solo difesi, non c'è stata alcuna imboscata. In questi giorni sono state scritte tante fesserie, ma ogni episodio che compone questa storia sarà chiarito in sede processuale". Il Giudice delle indagini preliminari, Ettore Cavallaro, si è riservato di decidere sulla convalida del fermo eseguito dai carabinieri per tentativo di omicidio e lesioni e sulla richiesta della Procura di Caltagirone di emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: