martedì 29 marzo 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Dopo Mosca, e prima di un possibile faccia a faccia con Donald Trump, Matteo Salvini vola oggi in Israele per una intensa visita di tre giorni, tra incontri politici, una tappa al museo dell’Olocausto Yad Vashem e una per «studiare» il famoso modello di sicurezza israeliano, un settore in cui questo Paese da sempre sotto attacco vanta una indiscussa leadership. Il leader della Lega, che ribadisce il suo «no ad ogni cedimento e a qualsiasi ipotesi di nuove moschee», intensifica così l’attività internazionale del partito cominciata con la missione in Russia, il Paese considerato dalla Lega come il vero baluardo oggi dell’Occidente nei confronti dell’islam, per l’impegno militare contro l’Isis voluto da Putin. Accompagnato dai deputati Giancarlo Giorgetti e Paolo Grimoldi e dall’europarlamentare Lorenzo Fontana, da oggi Salvini sarà tra Gerusalemme e Tel Aviv, oltre a una sosta al valico di Kerem Shalom, per conoscere il funzionamento del posto di frontiera con la striscia di Gaza. Il leader del Carroccio, che tenta di accreditarsi come capo dell’opposizione contro Renzi, avrà una serie di incontri politici: andrà alla Knesset per un colloquio con il vicepresidente Nachman Shai, con il presidente della commissione Esteri e Difesa del Parlamento, Tzachi Hanegbi, e con il vice-ministro per la Cooperazione regionale, Ayoub Kara. Comunque significativi, poi, il colloquio con il leader del partito di destra «Israel Beitenu», Avigdor Liberman, e quello con il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa. Ed è annunciato anche un faccia a faccia con il Nunzio Apostolico, monsignor Lazzarotto. La tre giorni si concluderà con una tappa mirata: una visita alla « Magal Security Systems Ltd », società considerata un fiore all’occhiello del settore.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: