venerdì 27 febbraio 2015
​Il segretario leghista: noi con Le Pen, voi con la Merkel Toti: non ci facciamo prendere in giro, così ti emargini.
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Matteo Salvini dice un secco «no» a un accordo con Forza Italia e riapre i giochi nel puzzle delle alleanze di centrodestra. Ma, in chiave regionale, mette in difficoltà le amministrazioni dove il Carroccio governa con gli 'azzurri', in prima fila la Lombardia. Il Matteo padano era ieri in tour nella terra del Matteo toscano, il presidente del Consiglio Renzi, e con un colpo solo ha mandato all’aria il suo Patto - non quello del Nazareno, ma quello degli spinaci - con Silvio Berlusconi. Troppo diversi in Italia e in Europa. «Ad oggi non c’è un accordo sul piano politico nazionale, perché a Bruxelles sediamo su banchi diversi, lui difende l’euro, che noi riteniamo una moneta sbagliata, lui è insieme alla Merkel, noi alla Le Pen». Insomma, se le politiche fossero domani, la Lega andrebbe da sola. A stretto giro di posta arriva la replica del consigliere politico di Berlusconi ed europarlamentare, Giovanni Toti. Che è duro, ma non dispera di riuscire a mettere ancora insieme come interlocutori due forze politiche che si guardano in cagnesco: i leghisti da un lato e il Nuovo centrodestra dall’altro. Però una cosa Toti la mette in chiaro: «Forza Italia deve cercare di costruire una coalizione di centrodestra larga e vincente, ma non siamo disposti ad essere presi in giro». Dice a Salvini che «il narcisismo in politica non paga», lo accusa di portare il suo partito all’emarginazione. E avverte: una mancata alleanza in Veneto (dove il Carroccio è anche alle prese con la possibile candidatura del sindaco di Verona, Flavio Tosi in opposizione al compagno di partito Luca Zaia) «metterebbe in discussione anche l’esperienza della Lombardia». Parole che non spaventano, però, il governatore Roberto Maroni: «La Lombardia è solida, non corre questo rischio». In Veneto il segretario federale leghista continua sostenere con tutte le forze il governatore in cerca di conferma: «Non permetterò che nessuno all’interno del Lega lo danneggi o disturbi il suo lavoro». Il gioco delle polemiche ricade sulle Regioni, ma la partita che Salvini sta tentando di giocare è al momento con tutta evidenza sul piano nazionale. La sua strategia appare quella di andare a seminare in zone tradizionalmente ostili (al Centro e al Sud), in vista di una chiamata alle urne per le politiche, in modo da marcare il territorio ed essere in prima fila per un’eventuale candidatura a premier. Ieri era in Toscana, nella tana del lupo Renzi. Al quale ha sparato, come sempre, ad alzo zero. Un anticipo della manifestazione di domani a Roma. Sulla quale i due hanno polemizzato. Il premier l’ha definita piazza xenofoba? «Renzi è ignorante, oltre a essere arrogante, è anche irrispettoso».
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