venerdì 13 settembre 2013
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«Abbiamo avuto la conferma dell’esistenza di un’organizzazione transnazionale, che opera in Egitto e in Italia, tra Catania, Siracusa e Ragusa. Molto probabilmente la stessa dello sbarco del 10 agosto, durante il quale morirono sei migranti». E proprio questa gestirebbe in particolare il trasporto dei profughi dalla Siria. Ormai ha pochi dubbi il procuratore di Catania, Giovanni Salvi che un mese fa in un’intervista a Avvenire aveva parlato dell’esistenza di «una nave "madre"», e del ruolo «di una grossa organizzazione» con «basisti italiani». Ipotizzando anche un ruolo della mafia. Ieri la conferma col primo sequestro che, spiega, «è stato possibile perché parte del reato di associazione a delinquere con l’aggravante dello sfruttamento dell’immigrazione clandestina è commesso in Italia e questo ci permette di operare anche in acque internazionali». Un lavoro che si lega al dramma di un mese fa ma che, aggiunge Salvi, «è frutto di un’indagine partita prima». E, ci tiene a sottolineare, «di una stretta collaborazione tra tutte le Forze dell’ordine. Un coordinamento che, purtroppo, non avviene sempre».Procuratore, lei un mese fa era rimasto molto colpito dal dramma dei sei immigrati morti nel mare di Catania...Esatto. Proprio per questo avevamo preso l’impegno con noi stessi di venire a capo dello sbarco del 10 agosto e forse ci siano riusciti. L’intenzione è quella di colpire gli organizzatori che lucrano sulla povera gente che affronta un viaggio della speranza in cerca di una vita migliore.L’avete fatto in meno di un mese.In questi casi è molto più importante fare rapidamente che fare molti arresti. È stato un lavoro serrato, ma che era partito prima di quel dramma. Le indagini sono in corso e, quindi, non le posso dire di più. Ma sicuramente c’è un legame tra la nave che abbiamo sequestrato e altri sbarchi, compreso quello di agosto.Un’unica organizzazione?Probabilmente si tratta dello stesso gruppo che sta operando su una nuova rotta e che riguarda soprattutto i profughi siriani.Quanti sono e di che nazionalità gli scafisti?Quelli sulla "nave madre" sono una quindicina, mentre altri cinque si trovavano sul barcone sul quale i migranti erano stati trasbordati e che, una volta bloccato, è stato rimorchiato nel porto di Siracusa. Sono ancora in fase di identificazione, ma quasi certamente si tratta di egiziani.Solo egiziani?Sicuramente, come dissi un mese fa, esistono dei basisti in Italia che poi aiutano i migrati a raggiungere in Nord Italia e altri Paesi europei.Quello che avete operato è il primo sequestro di una "nave madre"?Ne sono state identificate altre volte ma, operando in acque internazionali, erano state poi rilasciate. Questa volta, invece, siamo riusciti a provare il collegamento con l’Italia e quindi abbiamo potuto eseguire il sequestro. Anche perché la nave non batteva nessuna bandiera nazionale.
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