martedì 16 maggio 2017
Rapporto conclusivo dopo le audizioni al Senato per fare luce sulle accuse lanciate dal pm di Catania Zuccaro. Chiesto un accreditamento delle organizzazioni e il coordinamento della Guardia Costiera
Medici Senza Frontiere distribuisce giubbetti galleggianti durante un'operazione di salvataggio

Medici Senza Frontiere distribuisce giubbetti galleggianti durante un'operazione di salvataggio

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«Non vi sono indagini in corso a carico di Organizzazioni non governative in quanto tali, ma solo un'inchiesta della Procura di Trapani concernente, tra gli altri, singole persone impegnate nelle operazioni«. È quanto si legge nel documento conclusivo approvato all'unanimità dalla Commissione Difesa del Senato, impegnata in una indagine conoscitiva sul contributo dei militari italiani al controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo e sull'impatto dell'attività delle Organizzazioni non governative.

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Nel sistema di soccorso in mare ai migranti, per le Ong "integrate" «occorre elaborare forme di accreditamento e certificazione che escludano alla radice ogni sospetto di scarsa trasparenza organizzativa e operativa». In particolare, spiega la relazione, «si dovranno adottare disposizioni che obblighino le Ong interessate a rendere pubbliche nel dettaglio le proprie fonti di finanziamento, cosa che alcune di loro già fanno, oltre che i profili e gli interessi dei propri dirigenti e degli equipaggi delle navi utilizzate, spesso a noleggio. Anche altri indicatori sono da tenere in debita considerazione, quale la collaborazione con le autorità italiane».

Per la commissione poi «non può essere consentita la creazione di corridoi umanitari» gestiti autonomamente dalle ong, trattandosi di un compito che spetta agli Stati o agli organismi internazionali. Le Ong, certificate, dovranno essere coordinate fin dall'inizio dalla Guardia costiera italiana. La Commissione riconosce infatti che «i privati, se opportunamente inseriti in un contesto saldamente coordinato dalle autorità pubbliche, possono fornire un apporto significativo e costruttivo».

«È stata una discussione ricca- spiega il presidente della commissione Nicola Latorre- e alla fine siamo arrivati ad un documento votato all'unanimità. Tutto nasceva come un'iniziativa rigorosamente parlamentare ed è stata assunta con un voto unanime dell'ufficio di presidenza della nostra Commissione». In alcune acque, sostiene Latorre, «si è determinato un corridoio umanitario autonomo che non ha le caratteristiche che deve avere un corridoio umanitario, che può avere un senso solo se interloquisce con il territorio». Presupposti che, però, »non ci sono. La Guardia costiera assuma dunque il coordinamento effettivo non solo in fase di salvataggio. Il nostro auspicio- conclude- è che le linee guida che proponiamo ispirino scelte operative conseguenti».

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