venerdì 29 marzo 2013
Francesco e Giuseppe, di Cosenza, sono due bambini di 12 anni tetraplegici dalla nascita. Il Tribunale di Cosenza ha riconosciuto ai genitori un milione di danni. Ma l'azienda ospedaliera non ha alcuna intenzione di corrispondere la cifra stabilita dal giudice (Domenico Marino)
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Giuseppe e Francesco sono gemelli. A causa d’un presunto errore dei sanitari dell’ospedale di Cosenza che hanno avuto in cura la mamma, sono tetraplegici dalla nascita e anche uno sordo e l’altro ipovedente. Hanno dodici anni, ma a vederli ne dimostrano molto meno: l’immobilismo forzato ha ridotto i muscoli che oggi sono troppo deboli, quasi inesistenti.Il papà e la mamma, Rosanna, soprattutto lei, non li lasciano un attimo. D’altronde non potrebbero farlo neppure se volessero – e non vogliono – perché Francesco e Giuseppe hanno bisogno di assistenza continua. Così, quando il padre, che è un sottufficiale dei carabinieri in servizio nel Cosentino, parte per le missioni all’estero che gli consentono di  portare a casa qualche soldo in più per il sostentamento della famiglia, sono i parenti di Rosanna a prendere il suo posto, correndo a casa di Francesco e Giuseppe, appena finito il turno di lavoro. Fanno il possibile e anche qualcosa in più, confermando che resta la famiglia l’ammortizzatore sociale e la protezione solidale più importante ed efficiente. Anche l’Arma sta facendo molto per papà, seppure lontano dai riflettori e senza alcun clamore. Tanto i colleghi e i superiori, come amici veri, tanto l’istituzione. Da ottobre dell’anno passato il tribunale di Cosenza ha riconosciuto ai genitori dei gemellini, residenti a Cosenza, un risarcimento di oltre un milione di euro per i danni provocati dalla negligenza medica durante la gravidanza della mamma. Dopo la nascita dei bambini cominciò una lunga battaglia giudiziaria conclusasi sei mesi fa quando il tribunale cosentino, in primo grado, ha riconosciuto le responsabilità mediche e ha condannato l’Azienda ospedaliera di Cosenza al risarcimento che, però, a oggi, non è stato ancora corrisposto. E sembra non esserci alcuna intenzione di pagare, anche se a metà aprile, cioè tra qualche giorno, scadranno i termini di legge concessi per saldare il conto. «Faremo il precetto – afferma l’avvocato Massimiliano Coppa, che difende Giuseppe, Francesco e i suoi genitori – ma sarà molto difficile riuscire ad avere il dovuto. Del resto, vige l’impignorabilità dei beni dell’Azienda. Quindi questa famiglia verrà nuovamente beffata».Il caso colpisce anche perché parallelamente alla storia di Francesco e Giuseppe, e dei loro genitori – piccoli grandi eroi della quotidianità, così come l’altra figlia che ha 26 anni, è sanissima e coccola i fratellini – ci sono le storie di presunti sprechi e ricchi incarichi che sarebbero affidati dai palazzi sanitari calabresi. La procura della Repubblica di Cosenza, per esempio, sta indagando su ipotizzati incarichi a cinque zeri ad alcuni legali.Per cercare di muovere le acque la mamma di Giuseppe e Francesco si è rivolta al presidente della giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, oltre che al direttore generale dell’Azienda ospedaliera cosentina, Paolo Gangemi: «Li invito semplicemente a trascorrere qualche ora a casa nostra, a osservare con i loro occhi» chiede con dignità Rosanna, tenendo strette le deboli manine dei suoi piccoli.
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