lunedì 18 luglio 2016
Commercianti delusi: i primi 15 giorni di vendite scontate non hanno dato i risultati attesi. Adesso si spera nei turisti in arrivo.
Per i saldi Milano aspetta gli stranieri
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Saldi estivi al rallentatore, anzi in flessione. Dopo due settimane di prezzi scontati l’umore dei commercianti non è certo roseo. Se il primo week end di acquisti a prezzi mediamente inferiori del 30-40% aveva fatto registrare un discreto più 1% per oltre la metà degli operatori - dato da leggersi in positivo anche rispetto al raffronto con il 2015, in periodo di grande turismo portato da Expo -, ora la lancetta si è spostata addirittura sul segno meno per i negozianti milanesi. Gli incassi nei primi quindici giorni di luglio sono infatti calati dell’1% in città, in controtendenza rispetto al più 1,3-1,4% del resto della Lombardia. Anche il tempo si è messo a remare contro.  La "Notte shopping" in Corso Buenos Aires di mercoledì scorso è infatti stata segnata dal temporale e dal vento che ha devastato parti di città, e meglio non è andata alle altre notti bianche in programma, a cominciare da quella di zona Marghera.«Avevamo certo aspettative maggiori – commenta deluso il presidente di FederModaMilano Renato Borghi – ma la mancanza di reddito nei cittadini provoca la mancanza di crescita del clima di fiducia, a cui si aggiunge anche l’apprensione per le vicende geopolitiche. Speriamo che gli ultimi avvenimenti non influenzino troppo la situazione aumentando l’insicurezza». La conseguenza di tutto ciò è che per ora non si vede una ripartenza dei consumi. Dalle rilevazioni fatte da FederModaMilano e dalla Camera di Commercio risulta infatti che il 50% dei venditori dichiara una diminuzione della spesa, solo il 33% registra un aumento e il 17% dice di non vedere cambiamenti. La merce non acquistata e rimasta nei magazzini finora è comunque molta, ed è noto che, come da tradizione, i primi giorni di saldi sono quelli che attirano di più gli acquirenti. Poi i prezzi possono ulteriormente calare, ma in concomitanza con le necessità del pubblico.Le preoccupazioni delle associazioni del commercio sembrano essere confermate anche da un giro nei negozi e nelle griffe cittadine: tanta gente a curiosare ma acquisti moderati nei negozi delle principali griffe in corso Vittorio Emaniuele. Meno affollati i negozi delle grandi marche, dove gli anni scorsi si vedevano anche file di compratori. I prodotti più ricercati continuano ad essere scarpe, camicie, magliette, pantaloni e abiti. «Prima di acquistare i clienti procedono ad un’attenta valutazione del capo – spiegano in genere i commessi -–: scelgono l’indumento con molta cura, lo controllano e lo provano per comprarlo solo quando sono veramente convinti di volerlo nel loro armadio. Tanti guardano e basta». Di piccole dimensioni i sacchetti, la cui quantità varia mediamente tra due e quattro, e che hanno in mano soprattutto donne e ragazze. Meno i clienti uomini: la maggior parte di quelli presenti svolge la funzione di accompagnatore. «Noi – dicono gli operatori – continuiamo a sperare. Nel bel tempo e nell’arrivo di turisti, anche se progressivamente la città si svuoterà invece dei suoi abitanti. Certo risalire la china di una partenza così moscia è difficilissimo, ormai quasi impossibile». Le prova del nove in queste ore. I negozianti guardano in cielo e fanno gli scongiuri.
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