mercoledì 13 maggio 2015
Saranno accolti ​in 20mila provenienti da "Paesi terzi" (Ecco il "ponte" dal Niger). A cui vanno aggiunti coloro che sono già sbarcati. LA SCHEDA Le quote Paese per Paese I DATI 185mila rifugiati nel 2014 IL DIRETTORE Per fermare i barconi serve giustizia
La Ue decide sui profughi, 10% in quota all'Italia
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La Commissione Europea ha ufficializzato la proposta di creare un sistema temporaneo di quote per redistribuire tra tutti gli Stati membri i richiedenti asilo che già si trovano nell'Unione Europea, e anche un meccanismo per assorbire 20mila rifugiati in due anni.A Danimarca, Gran Bretagna e Irlanda sarà data la possibilità di chiamarsi fuori dal sistema delle quote, come previsto dalle clausole di 'opting out' dei Trattati Ue. "Dobbiamo trasformare in azione le nostre parole sulla necessità di solidarietà", ha detto il primo vicepresidente della Commissione Ue, Frans  Timmermans, nel corso della conferenza stampa. "Nessun Paese deve essere lasciato da solo ad affrontare questa enorme pressione migratoria", ha dichiarato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker in un tweet. Timmermans ha precisato che il sistema di quote si concretizzerà alla fine del mese e punterà ad alleviare la pressione che reggono i Paesi più esposti. Dalle prime informazioni, saranno ricollocate in Europa 20mila persone richiedenti protezione internazionale provenienti da Paesi terzi. La percentuale per l'Italia è del 9,94%. Si tratterebbe di persone raccolte nei campi profughi del Nord Africa. Non sono invece stati fissati numeri per la redistribuzione degli immigrati già sbarcati e che si trovano attualmente nei centri di accoglienza di Italia, Grecia e Malta, ma all'Italia spetterà una quota dell'11,84% e dunque è scontato che ci saranno numerose partenze. Queste quote sono state calcolate sulla base di una serie di criteri (Pil, popolazione, tasso di disoccupazione) e vanno dallo 0,85% del Lussemburgo al 18,42% di immigrati assegnati alla Germania. In Francia deve essere accolto il 14,17%, in Spagna il 9,10%, in Polonia il 5,64%.La Commissione Ue ha proposto per la prima volta l'attivazione del sistema di emergenza previsto all'articolo 78, paragrafo 3, del Trattato di Lisbona per aiutare gli Stati interessati da un afflusso improvviso di migranti. Entro fine maggio la Commissione proporrà un meccanismo temporaneo di distribuzione nell'Ue delle persone con evidente bisogno di protezione internazionale. Entro fine 2015 seguirà una proposta di sistema permanente Ue di ricollocazione in situazioni emergenziali di afflusso massiccio.La conferenza stampaDi fronte a "una emergenza drammatica" l'Europa ha "finalmente capito l'urgenza" e "nelle ultime settimane ha compiuto passi da gigante", dando una "risposta globale" alle sfide complesse dell'immigrazione ha detto l'ALto rappresentante per la politica estera europea, Federica  Mogherini, presentando l'Agenda per l'immigrazione assieme a Timmermans e al commissario all'immigrazione Dimitris Avramopoulos."L'Europa non può restare con le mani in mano. L'agenda europea sull'immigrazione è la risposta concreta alla necessità immediata di salvare vite umane e assistere i Paesi in prima linea con azioni coraggiose, come la maggior presenza in mare di navi coordinate da Frontex, i 60 milioni di euro stanziati per gli aiuti di emergenza e un piano d'azione che dispone seri provvedimenti contro coloro che siarricchiscono sfruttando la vulnerabilità dei migranti", ha detto dal canto suo Avramopoulos.I Paesi contrari alle quoteMa i distinguo, come emerso già in fase di proposta, non sono mancati. Il ministro degli Interni britannico, Theresa May, ha ribadito l'opposizione del Regno Unito, dicendosi in disaccordo con Mogherini, sul fatto che i migranti intercettati in mare non debbano essere respinti contro la loro volontà. La Repubblica ceca e la Slovacchia hanno confermato la loro opposizione.La missione civile e militare contro i trafficantiLunedì probabilmente dovrebbe essere raggiunta anche l’intesa politica sulla missione civile e militare contro i trafficanti. I ministri degli Esteri dei Ventotto potrebbero prendere una prima decisione sul Crisis Management Concept (Cmc), e cioè il piano generale della missione. Si sa già che parteciperanno l’Italia, la Francia, la Spagna, la Gran Bretagna, la Polonia e la Spagna. L’Ue, tuttavia, aspetta la risoluzione Onu invocata da Mogherini lunedì a New York. Il dubbio riguarda soprattutto la possibilità di distruggere i barconi, visto che al momento la Russia resta contraria. L’Italia invece non esclude la possibilità di distruggere in porto gli scafi, «è un’ipotesi che è stata praticabile in Albania – ha detto Renzi – e noi siamo pronti a intervenire». Ieri le fonti Ue hanno ribadito comunque che non si parla di inviare soldati in Libia, ma solo di operazioni a partire dalle navi, con l’obiettivo dichiarato da Mogherini di «distruggere il modello di business dei trafficanti, facendo in modo che le imbarcazioni non siano più utilizzabili». Se la risoluzione Onu non sarà pronta per lunedì, i ministri prenderanno intanto una decisione politica da formalizzare poi nei giorni successivi. Se invece la risoluzione sarà già arrivata, allora i ministri potrebbero già prendere una decisione giuridica. Il via libera definitivo dovrà esser dato dai 28 leader al Consiglio Europeo del 25 e 26 giugno ed è probabile che il comando della missione sia dato all’Italia.

 

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