giovedì 28 aprile 2016
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TORINO Anche il Piemonte si è dotato ora una legge contro la ludopatia. L’Assemblea regionale ha infatti approvato all’unanimità il Testo unificato che prevede la stesura di un Piano triennale integrato, per coordinare tutti gli interventi per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. Una tendenza che non accenna a diminuire: nell’ultimo anno di rilevazione sul territorio sono stati censiti circa 6 mila locali con oltre 30 mila apparecchiature, per una spesa annuale totale di circa cinque miliardi. Il fenomeno, nonostante i divieti, coinvolge anche i minori, con una stima di patologie correlate di circa l’8% nei giovani fra i 15 e i 19 anni. Il Piemonte si impegna ora formalmente a favorire un approccio critico al gioco, puntando sulla consapevolezza. Le famiglie verranno informate sui programmi di filtraggio e blocco dei giochi on line e, più in generale, sull’esistenza dei servizi di assistenza e cura per chi non riesce a smettere. Con il provvedimento, vengono uniformate anche le regole repressive sulle slot e sulle sale da gioco: vietata su tutto il territorio la collocazione di macchinette in locali troppo vicini a scuole, centri di formazione, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali in ambito sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, istituti di credito e sportelli bancomat, negozi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati, movicentro e stazioni ferroviarie. I Comuni dovranno invece predisporre limitazioni temporali alle slot per almeno tre ore nell’arco dell’orario di apertura previsto e sarà vietata qualsiasi attività pubblicitaria relativa all’apertura o all’esercizio delle sale da gioco, delle sale scommesse o agli apparecchi stessi presso gli esercizi pubblici e commerciali, i circoli privati e i locali pubblici. Infine, saranno sensibilizzati anche i gestori e il personale delle sale da gioco: dovranno seguire corsi di formazione e aggiornamento, pena la chiusura dell’attività. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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